Toscana

NIGERIA, LIBERATO UNO DEGLI ITALIANI RAPITI DAL «MEND»

L’Unità di crisi del Ministero degli Affari Esteri ha reso noto che Roberto Dieghi, il tecnico dell’Agip rapito 40 giorni fa dal ‘Movimento per l’emancipazione del Delta del Niger'(Mend), è stato liberato. Il Mend, in considerazione delle condizioni di salute di Dieghi, ne aveva annunciato ieri pomeriggio l’imminente liberazione con una mail inviata ad alcuni organi di stampa. Vi si affermava tra l’altro: “We may release one of the hostages any time from this minute…” (Potremmo rilasciare uno degli ostaggi in qualsiasi momento a partire da adesso…). Ma si aggiungeva che gli altri verranno trattenuti almeno fino a febbraio. La Farnesina ha ribadito stanotte l’impegno a fare tutto il possibile per la liberazione degli altri rapiti.

Dieghi, contrattista della Nigeria Agip Oil Company (Naoc), era stato sequestrato all’alba del 7 dicembre scorso, insieme al capo del terminal petrolifero Francesco Arena, 54 anni, e ad altri due contrattisti Naoc, Cosma Russo di 55 anni e Imad S. Abed, libanese, dipendente di una società di ristorazione (catering). Secondo la ricostruzione ufficiale dei fatti, poco dopo le sei di mattina, otto uomini a volto coperto, giunti nell’area a bordo di piccole imbarcazioni, avevano a quanto pare tentato di occupare la stazione di pompaggio nella zona di Brass, che tratta circa 200.000 barili al giorno, ma erano stati costretti a rinunziare a causa dei militari di guardia; avevano allora raggiunto l’area degli alloggi dei lavoratori prendendo in ostaggio i quattro. Porto sull’omonimo fiume, nell’estrema punta del grande delta del fiume Niger (stato di Bayelsa, Nigeria meridionale), nel XIX secolo Brass era nota soprattutto come punto di raccolta degli schiavi.

L’intero grande delta, in cui altri corsi d’acqua scorrono e sfociano accanto agli ultimi dei 4200 chilometri del fiume Niger, è da almeno 10 anni teatro di attività di protesta più o meno organizzate contro tutte le aziende petrolifere presenti a causa delle diffuse condizioni di grande povertà ma anche per l’inquinamento. E’ il delta la sede principale della la produzione nigeriana di quasi due milioni e mezzo di barili di greggio al giorno.

Già nell’estate 1998, la MISNA scriveva: “La scorsa settimana, in Nigeria, 8 lavoratori della Shell sono stati tenuti in ostaggio per 3 giorni da giovani locali. Il fatto è avvenuto nei pressi di Warri, nella regione del delta del fiume Niger. Gli ostaggi sono stati rilasciati dopo l’intervento di un ufficiale dell’esercito. La temporanea presa di civili in ostaggio è diventata una forma comune di protesta da parte delle popolazioni locali che denunciano la povertà nella quale vivono. Tale povertà contrasta con la ricchezza del sottosuolo di questa regione. E’ qui che si pompa il petrolio, che rappresenta il 90% degli introiti annuali che entrano nelle casse dello stato nigeriano.”Misna