Toscana
Natale, attenti ai pacchi…
La caccia al regalo giusto, i bigliettini d’auguri da compilare, la paura di dimenticare qualcuno e il timore che la tredicesima non basti: sette italiani su dieci stando ad una recente indagine sono vittime dello stress natalizio. Una sindrome che inizia con largo anticipo sulle feste vere e proprie e che trasforma queste settimane in un periodo di ansie e angosce, anche per chi, come i cristiani, dovrebbe preoccuparsi piuttosto di preparare il proprio cuore alla festa. Sempre secondo quell’inchiesta, lo stress natalizio colpisce sia uomini sia donne, in prevalenza nella fascia d’età fra i 40 e i 50 anni (34%). A veder crescere il tasso di stress in questo periodo è ben il 67% degli italiani. Alcuni ne sono colpiti già alla comparsa delle prime pubblicità in tv e sui giornali (28%), altri con il moltiplicarsi degli addobbi natalizi nei negozi e per le strade (24%), altri ancora vanno in crisi nella settimana pre-vigilia (25%). Da qui il richiamo lanciato da Benedetto XVI all’Angelus di domenica scorsa: «Attenti a lasciarvi inquinare dal consumismo». Un aiuto a «non lasciarsi inquinare» può arrivare anche da proposte di piccoli regali natalizi con alto contenuto «etico», o perché di supporto ad attività sociali importanti o perché ottenuti rispettando la dignità di chi lavora e l’ambiente.
Cosa significa «Botteghe del mondo»?
«È il marchio che identifica i negozi che si rifanno ai principi del commercio equo e solidale. In Toscana esistono una centrale di importazione di medie dimensioni, che è la Equoland di Capalle (Firenze) e poi varie cooperative che gestiscono una o più botteghe: il Villaggio dei popoli a Firenze, la Wipala di Arezzo, la Chiaroscuro di Follonica, solo per ricordare le maggiori. Ma almeno una bottega è presente, ormai, in tutte le città toscane».
Quali sono i principi che animano questo tipo di commercio?
«L’importazione dei prodotti secondo criteri di solidarietà e di equità. Il prezzo viene concordato con il produttore, c’è un prefinanziamento attraverso il quale si aiutano i produttori a svilupparsi. Si creano rapporti stabili con i paesi produttori, che seguono le logiche dell’attenzione alla persona e non del profitto: questo costituisce anche occasione di sviluppo per migliorare le condizioni di vita dei paesi produttori. Lungo tutta la filiera poi (produttori, importatori…) viene chiesto il rispetto dei diritti dei lavoratori e dell’ambiente»
Come ha inciso la presenza di queste realtà nelle abitudini dei toscani?
«La nostra è una realtà cresciuta molto negli ultimi anni, ha senz’altro contribuito a formare le coscienze di molte persone sui temi della giustizia e dello sviluppo dei paesi poveri. Una spinta forte in questo senso è venuta dalla presenza dei prodotti nella grande distribuzione: ormai si possono trovare nei supermercati di quasi tutte le catene e sono contrassegnati dal marchio internazionale transfair. Questo ha significato far conoscere questa realtà a un pubblico molto più ampio. Che poi è l’obiettivo principale: le botteghe non sono nate per far soldi, ma per creare nuovi modelli di sviluppo attraverso la partecipazione che ciascuno può dare con il gesto più semplice e quotidiano: fare la spesa».
Il commercio equo e solidale non si limita quindi alle Botteghe…
«Assolutamente no, noi cerchiamo continuamente di allargare il raggio d’azione promuovendo iniziative sul territorio, spesso in collaborazione con le parrocchie. Poi esistono, per esempio, i distributori automatici di bevande e snack per aziende e scuole. In gennaio è stata approvata anche una legge regionale, la prima in Italia, che dovrà regolamentare e promuovere tutte le attività legate al commercio equo e solidale».
Il Papa ha parlato del rischio di «inquinamento commerciale» del Natale. Questo appello vi ha fatto piacere?
«Ovviamente sì. Nelle nostre botteghe si invita da sempre a una maggiore sobrietà e a evitare atteggiamenti consumistici. Che non significa rinunciare a tutto, ma significa spostare le proprie abitudini in maniera da consumare in maniera più intelligente, più etica, più rispettosa per l’ambiente e per le altre persone. Eppure, anche noi siamo testimoni nostro malgrado di questo modo di vivere il Natale: circa la metà del giro d’affari delle nostre botteghe si concentra nel periodo natalizio».
Michela Latini, presidente provinciale di Confcooperative, è anche presidente del neonato sodalizio: «I prodotti da noi esposti riporteranno i marchi Uno spazio per tutti e La bottega della musica. Vi lavorano persone affette da disabilità fisiche e psichiche, per le quali questo tipo di attività è motivo di orgoglio e realizzazione personale».
«Per questi giovani osserva Davide Nesti, uno degli amministratori della cooperativa l’approccio assistenziale non era più sufficiente. Serviva un’occasione per valorizzare le loro risorse e le loro potenzialità: un impresa sociale, insomma, dove i risultati raggiunti non sono misurati esclusivamente in termini di produttività». E così i giovani delle Sagome vivono, in questo periodo, giorni di grazia: migliaia di persone hanno potuto conoscere i loro lavori, chiedere storia, sogni, progetti di chi ha creato gli oggetti, ricevere da loro un sorriso carico di significato.
La prima uscita della cooperativa Le Sagome si è avuta nei giorni scorsi a San Miniato, in occasione della festa del tartufo bianco. Molta curiosità ha destato lo stand allestito a fine novembre dai giovani disabili pisani anche all’Ipercoop di Navacchio.
Ma c’è ancora tempo per decidersi per un regalo solidale dei lavoratori della cooperativa Le Sagome. Basta capitare al laboratorio di via Fiorentina o in quello della centralissima via della Faggiola, a due passi da dove abitò Giacomo Leopardi. O recarsi in centro e fermarsi al banco allestito ogni domenica di dicembre sotto i portici di Borgo Stretto a Pisa.
Il lavoro dei diversamente abili nella Bottega della musica sarà invece presentato in occasione di Campanile rock, l’iniziativa pensata da Toscanaoggi per valorizzare i gruppi musicali sorti all’ombra del campanile. E nel prossimo futuro, i giovani delle Sagome si specializzeranno anche in lavori tessili.
Camaldoli (www.camaldoli.it – tel. 0575 556143, tutti i giorni 9-12.30 e 14.30-18, chiuso il mercoledì): l’Antica Farmacia produce saponi, creme, cioccolata, miele, liquori, olio e vino.
Trappiste cistercensi di Valserena (Guardistallo – Pi, tel. 0586-655072, www.prodottivalserena.com ): specializzate in creme, profumi, detergenti, liquori.
Abbazia di Vallombrosa (www.vallombrosa.it tel. 055 – 862.25.229, orario 10-12 e 15-17): saponi, creme, cioccolata, miele, liquori, sciroppi, tisane.
Abbazia di Monte Oliveto Maggiore (Chiusure – Si, tel. 0577 70 76 64, www.monteolivetomaggiore.it catalogo online ma acquisti per telefono, mail o fax): specializzata in prodotti di farmacia, come sciroppi e succhi freschi, tisane ed unguenti, estratti.
Domenicane di Pratovecchio (www.monasterodomenicane.org , tel. 0575/583774 – fax 39 0575/582113): on line copribreviario, ma su richiesta ricami a punto antico, chiaccherino etc, icone, rosari, biglietti per ricordare i sacramenti.
Esiste anche un portale di vendita di prodotti monastici (www.terraincielo.it ), dove però per quanto riguarda la Toscana, sono presenti solo i prodotti di Camaldoli e Guardistallo.
«La manutenzione dell’habitat dell’abete è fondamentale dicono gli esperti di Coldiretti il terreno lavorato, morbido, aiuta ad assorbire la pioggia evitando pericoli di frane, mentre la pulizia dai rovi e dalle sterpaglie diminuisce il pericolo d’incendi».
Il rischio di una liturgia senza Mistero
BENEDETTO XVI ALL’ANGELUS: MARIA E IL PRESEPIO CONTRO ‘L’INQUINAMENTO’ COMMERCIALE DEL NATALE