Toscana

Naufragio Concordia un anno dopo: il Giglio in preghiera per le vittime e i soccorritori

Nella chiesa parrocchiale dell’Isola del Giglio erano presenti molti dei sopravvissuti oltre alle autorità civili e militari. Il presule, dopo aver ricordato quanti persero la vita in quel tragico incidente e quanti hanno messo a repentaglio la loro per salvare i naufraghi ha voluto collegare la “generosità” degli isolani alle letture della messa di oggi. Si è anche ricordato che poco tempo dopo il naufragio il card. Angelo Bagnasco, arcivescovo metropolita di Genova e presidente della Cei, celebrò a Roma una messa in suffrago delle vittime.Le parole del presidente della Repubblica. “Ad un anno dal tragico naufragio della nave da crociera Costa Concordia – ha scritto in un messaggio il presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano, letto questa mattina al termine della celebrazione – rivolgo il mio commosso pensiero alle trentadue vittime e la mia rinnovata solidarietà a quanti sono stati segnati da quel terribile incidente, le cui drammatiche immagini sono ancora vive nella memoria dell’intero Paese”. “In quella dolorosa circostanza – ha aggiunto – cittadini e amministratori dell’Isola del Giglio e di Monte Argentario si prodigarono con abnegazione, dando prova di alto senso di civismo e umanità, cui conseguì il conferimento alle due comunità della Medaglia d’oro al Merito Civile. Con i medesimi sentimenti di partecipazione esprimo il più vivo apprezzamento agli operatori delle diverse strutture che, coordinando efficacemente la loro azione, sono stati impegnati nella difficile e rischiosa opera di soccorso dei naufraghi, di recupero delle vittime e di messa in sicurezza del relitto”.

Una chiesa con le porte aperte. Prima della celebrazione è stato riposizionato in mare lo scoglio strappato dalla Costa Concordia alle 21.45 di un anno fa al momento della tragedia. Il parroco don Lorenzo Pasquotto ha voluto sottolineare che le porte della chiesa che si sono aperte quella notte di un anno fa per accogliere i naufraghi sono aperte ai familiari delle vittime: questa ha detto “sarà sempre casa vostra”. Don Pasquotto, sul sito giglionews.it, ricorda “il freddo di quella notte, il trambusto, i volti sperduti degli anziani, il pianto dei bambini. Ma ricordo anche – aggiunge – un brulicare di gente che si dava da fare, che cercava di provvedere come poteva ai bisogni di 4200 persone che si erano riversate sulla nostra isola. E che ci è sostanzialmente riuscita. Ricordo i famigliari dei dispersi passeggiare su e giù per il porto in attesa di risposte. Ricordo ‘omoni’, biondi, in tute arancioni che si affannavano a svuotare i serbatoi del gasolio (e anche tante bottiglie di birra!)” E poi le donne del’Isola “intente a provvedere e a preparare il cibo per dar a tutti da mangiare. E a tener su il morale…” E poi gli anziani, i sommozzatori, i militari, la Protezione Civile e i giornalisti oltre ai tanti in chiesa per pregare per i morti e per i soccorritori, a ringraziare di essere ancora in vita. “Ora siamo qui, Signore. A distanza di un anno. Questa, anche questa, è la tua umanità. Io, per quello che posso e per quello che vale, te la offro. E’ tutto quello che ho. E ti ringrazio”. Nella stessa giornata di oggi preghiere in diversi Paesi del mondo come quella in India, a a Mumbay e Bali in indu, una Musulmana a Jakarta, una buddista a Shanghai e una cattolica a Goa, Jakarta, Manila e Lima.