Toscana

OLIO: COLDIRETTI, FRODI E INGANNI DANNO DA MILIONI DI EURO A MADE IN TUSCANY

Il falso extravergine danneggia l’immagine del Made in Tuscany e mortifica il lavoro dei produttori seri. Secondo Coldiretti Toscana il danno degli inganni e delle frodi e lo scandalo che ne consegue, ha effetti devastanti sull’immagine della Toscana nel mondo: “Ci costa milioni di euro. Le frodi agroalimentari vanificano sforzi ed investimenti da parte di generazioni di agricoltori e di imprenditori serie che lavorano nel rispetto delle regole e della tracciabilità. Chi froda getta fango sull’immagine della nostra regione e del nostro paese”: è il commento Tulio Marcelli, Presidente Coldiretti Toscana sottolineando l’ottimo esito dell’operazione “Arbequino” coordinata dalla procura di Siena sulle indagini condotte dalla Guardia di Finanza di Siena insieme al Dipartimento dell’Ispettorato centrale per la tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari del Ministero delle Politiche Agricole sulle frodi alimentari che ha portato al sequestro di oltre 8.000 tonnellate di olio d’oliva ottenuto da illecita miscelazione con materie prime di categoria inferiore o con altra provenienza geografica. “L’olio toscano è nella hit parade degli prodotti agroalimentari italiani più taroccati ed imitati nel mondo – spiega ancora Marcelli – l’unica contromisura per difendere produttori e consumatori fino a che non avremo un etichetta veramente trasparente sono i controlli che ci auguriamo siano ancora più intensi ed aggressivi. La strada dei controlli – commenta ancora – è quella giusta. Sono l’unico modo per smascherare chi prende in giro consumatore e produttore”. Sotto accusa è anche la mancanza di trasparenza visto che 4 bottiglie di olio extravergine su 5 in vendita contengono miscele di diversa origine, per le quali è praticamente illeggibile la provenienza delle olive impiegate. E questo nonostante sia obbligatorio indicarla per legge in etichetta dal primo luglio 2009, in base al Regolamento comunitario n.182 del 6 marzo 2009. Sulle bottiglie di extravergine ottenute da olive straniere in vendita nei supermercati è quasi impossibile, nella stragrande maggioranza dei casi, leggere le scritte “miscele di oli di oliva comunitari”, “miscele di oli di oliva non comunitari” o “miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari” obbligatorie per legge nelle etichette dell’olio di oliva. La scritta è riportata in caratteri molto piccoli, posti dietro la bottiglia e, in molticasi, in una posizione sull’etichetta che la rende difficilmente visibile. “Per questo è importante – conclude Marcelli – la proposta di legge salva-olio Made in Italy sottoscritta da numerosi parlamentari. E’ necessario rendere veramente trasparente la provenienza dell’olio che finisce nelle nostre tavole”.