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Omicidio Idy Diene, alla cerimonia funebre l'imam Izzedin, il cardinale Betori e il rabbino Spagnoletto

«Firenze saluta Idy, uomo buono e innocente che amava la nostra città». Lo ha detto il sindaco Dario Nardella alle Cappelle del commiato, dove si è tenuta la cerimonia funebre per Idy Diene ucciso il 5 marzo scorso sul Ponte Vespucci. Alla cerimonia hanno partecipato l’imam di Firenze Izzedin Elzir, il cardinale arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori, il rabbino Amedeo Spagnoletto.

Parole chiave: Dario Nardella (82)
Omicidio Idy Diene, alla cerimonia funebre l'imam Izzedin, il cardinale Betori e il rabbino Spagnoletto

«Firenze era la sua città, dove ha costruito relazioni umane, amicizie e dove lavorava. La comunità fiorentina esprime il proprio cordoglio per la morte di Idy e si stringe al dolore profondo di sua moglie Rokhaya e dei suoi fratelli. Oggi è un giorno di lutto in cui piangiamo Idy, ma anche un giorno in cui troviamo una speranza di comunità e di una vita migliore». Così Nardella h a ricordato Idy Diene. Per la giornata il sindaco Nardella ha proclamato il lutto cittadino, e nelle scuole si è svolto un minuto di silenzio, con l'invito agli insegnanti di dedicare una riflessione con gli studenti a questo tragico evento.

La cerimonia si è svolta alla presenza del Gonfalone della città di Firenze ed è terminata con lo squillo delle chiarine. Insieme alla comunità senegalese, con la presidente dell’Associazione dei senegalesi di Firenze e Circondario Diye Ndiaye, erano presenti anche la vicesindaca Cristina Giachi, gli assessori Sara Funaro, Federico Gianassi, Stefano Giorgetti, Lorenzo Perra, Alessia Bettini e Andrea Vannucci, la presdiente del Consiglio comunale Caterina Biti, alcuni consiglieri comunali.

«Il fatto assurdo e tragico che ha portato alla morte di Idy ha riaperto una ferita che stiamo affrontando tutti insieme - ha continuato il sindaco Nardella -. Firenze in questi giorni ha dimostrato grande dignità, grande senso di umanità e grande unità e compattezza contro ogni tentativo di divisione e di odio”. “Ringrazio in particolare la comunità senegalese che ha dimostrato attaccamento alla città - ha aggiunto - e trovo molto significativa la presenza del cardinale Betori e del rabbino Spagnoletto perché di fronte alla morte c’è solo il valore dell’uomo senza alcuna distinzione. Il rapporto tra la vita e la morte ci rende tutti uguali e ci fa capire quali siano le cose che davvero contano». «Credo che da questa settimana durissima e dolorosa - ha concluso il sindaco - la comunità fiorentina sia uscita più forte, con più speranza e più consapevolezza dei propri valori».

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