Toscana
PAPA: NEUTRALIZZARE LE MINE ANTIPERSONA, PER EDIFICARE LA CULTURA DELLA PACE
“Le mine antiuomo uccidono e mutilano numerose vittime innocenti e pesano gravemente sull’economia dei Paesi in via di sviluppo, privandoli di numerose terre agricole ancora minate, che sono essenziali per la sopravvivenza di queste nazioni. É necessario che questo finisca!»: è l’appello lanciato oggi dal Papa nel messaggio inviato ai partecipanti alla 1a Conferenza di esame della Convenzione di Ottawa sull’interdizione delle mine antiuomo’, in corso fino a domani a Nairobi. Nel documento, letto da monsignor Giampaolo Crepaldi, Segretario del Pontifico Consiglio della giustizia e della pace e capo delegazione della Santa Sede a Nairobi, Giovanni Paolo II ha esortato i Paesi firmatari della Convenzione la Santa Sede fu tra i primi a rispettare e a rinnovare in modo trasparente il loro impegno, raddoppiando gli sforzi per raggiungere gli obiettivi prefissati.
A cinque anni dall’entrata in vigore, la Convenzione di Ottawa è divenuta una norma fondamentale e imprescindibile, che rafforza la stretta applicazione del diritto internazionale umanitario e costituisce un esempio tangibile di solidarietà tra le nazioni e i popoli ha proseguito il Santo Padre, aggiungendo: Allorché gli Stati si uniscono, in un clima di comprensione, di rispetto reciproco e di cooperazione, per opporsi a una cultura di morte ed edificare nella fiducia una cultura della vita, è la causa della pace ad avanzare nella coscienza delle persone e dell’intera umanità. Allorché il negoziato multilaterale e la cooperazione internazionale giungono alla messa in opera di misure concrete che consentono alle popolazioni, tra le quali numerosi bambini, di vivere nella sicurezza e nella dignità, è l’umanità che trionfa. In questa prospettiva, ha detto ancora il Pontefice, l’attenzione speciale alle vittime delle mine antipersona è fondamentale, anche dopo la distruzione degli arsenali e lo sminamento. É necessario che la vigilanza della comunità internazionale non si limiti solo agli aiuti economici stanziati, ma punti a rendere le persone protagoniste del loro futuro con azioni di sensibilizzazione ai pericoli delle mine antipersona, di riabilitazione delle persone mutilate, di assistenza psicologica, reinserimento nella società ed educazione alla pace, oltre al maggiore utilizzo dei mezzi di comunicazione sociale.