Toscana

PEDAGGI: REGIONE TOSCANA RICORRE A CORTE COSTITUZIONALE

(ASCA) -  La Regione Toscana ricorre alla Corte costituzionale contro i pedaggi sui raccordi e la ‘Scia’, cioé la ‘Segnalazione certificata di inizio attività“, ritenendo illegittimi i relativi articoli della manovra. Impugnato anche ‘l’espropriò del potere decisionale regionale rispetto a quello del Consiglio dei ministri, nei casi in cui non si raggiunga un’intesa in sede di Conferenze dei servizi in materia di tutela ambientale e paesaggistico-territoriale e di tutela della salute e della pubblica incolumità. Lo ha deliberato la Giunta regionale nei giorni scorsi, autorizzando il presidente Rossi a sollevare la questione di legittimità costituzionale rispetto agli articoli 15 e 49, comma 3 e 4 bis della manovra. Il ricorso è stato notificato nei giorni scorsi alla Consulta. Per quanto riguarda i pedaggi il legislatore, secondo la Regione Toscana, ha violato le competenze regionali previste dal terzo e quarto comma dell’art. 117 della Costituzione (che definisce le potestà legislative di Stato e Regioni) anche sotto il profilo del principio della “leale cooperazione”. Incostituzionale viene considerata anche l’introduzione della ‘Scia’ perché, secondo il parere dell’avvocatura regionale, lede l’autonomia legislativa delle Regioni. Un’altra violazione dell’art. 117 della Costituzione e del principio di leale cooperazione, oltre che dell’art. 120, viene compiuta, secondo la Toscana, dall’art.49 comma 3 della manovra che prevede, in caso di dissenso espresso in sede di Conferenza dei servizi da una amministrazione preposta alla tutela ambientale e paesaggistico-territoriale o alla tutela della salute e della incolumità pubblica, che la soluzione spetti al Consiglio dei ministri, d’intesa con la Regione.