Toscana

Pendolari, Trenitalia sotto accusa

di Ennio CicaliTreni regionali affollati, in ritardo, talvolta sporchi, carrozze chiuse e passeggeri costretti a viaggiare in piedi: ferrovie nuovamente sotto accusa. Questa volta i dirigenti di Trenitalia hanno dovuto rispondere alle contestazioni delle Commissioni attività produttive e lavoro del Consiglio regionale, presiedute rispettivamente da Varis Rossi e Nino Frosini.

I lavori dell’Alta velocità, secondo i dirigenti delle ferrovie, condizionano negativamente il traffico su alcune tratte. Una spiegazione che non convince i consiglieri regionali. «L’ottantasei per cento dei treni dovrebbe viaggiare con un ritardo da zero a cinque minuti, per rispettare il contratto di servizio – ribatte Bruna Giovannini, vicepresidente della commissione lavoro – L’esperienza quotidiana è di ritardi che vanno dai 20 ai 40 muniti nelle ore di punta».

Quelle più frequentate dai pendolari che utilizzano il treno per recarsi al lavoro o a scuola. Un ritardo vuol dire spesso ore di lavoro in meno, quindi salario decurtato, o lezioni perse. Stranamente i treni delle fasce intermedie, quelle di metà giornata poco frequentate, partono e arrivano regolarmente. I treni critici sono quelli della mattina o del rientro serale.

La mancanza di personale – 250 unità in meno secondo i sindacati – condiziona negativamente l’attività di molti comparti che sono sottodimensionati: manovra, manutenzione, viaggiante. Unici dati confortanti: la sicurezza e in alcuni casi la pulizia delle carrozze che sta migliorando. Totalmente insoddisfatto Nino Frosini, presidente della Commissione lavoro, che ha dubbi sul rispetto del contratto di servizio e reputa le risposte di Trenitalia totalmente insoddisfacenti. «Io penso sia largamente inadempiente – dice – Abbiamo avuto una risposta generica. Non si è avvertito qualcosa che potesse fugare i dubbi. Soprattutto manca un piano industriale».

Trenitalia si difende assicurando investimenti e nuove tecnologie ma il futuro non è roseo. «Le condizioni miglioreranno significativamente tra molto tempo con l’attivazione del sistema a V – precisa l’ing. Fiorenzo Martini, direttore di Trenitalia Toscana – Con interventi provvisori ci auguriamo negli anni prossimi». Poco per un settore vitale per l’economia regionale come le ferrovie, che tra settembre e ottobre ha visto aumentare i passeggeri: più dieci per cento, in media. I motivi dell’abbandono dell’auto per il treno sono tanti, specie per chi opera a Firenze, caratterizzata ormai da un traffico caotico. Un aumento cui non è data una risposta adeguata, anzi sembra costituire un problema in più. Il cammino delle commissioni regionali prevede l’acquisizione di nuovi dati per approfondire la conoscenza della situazione. Incontri con i sindacati, con l’assessore regionale.

Si avvicinano intanto altre date. Tra circa due anni e mezzo scade il contratto di servizio e si andrà ad una gara. Il rischio è che, mancando i requisiti, possano arrivare compagnie straniere. E nascerebbero altri problemi, questa volta per l’occupazione. Nei giorni scorsi ha duramente protestato anche Riccardo Conti, assessore regionale ai trasporti. «Siamo al fianco dei pendolari – ha detto – non solo perché le loro rimostranze sono pienamente legittime ma anche perché è la Regione il soggetto pubblico cui Trenitalia eroga i servizi. E siamo noi, quindi, i primi a non essere per nulla soddisfatti. Solo nel mese di novembre ben 25O treni sono stati soppressi, quasi tutti per mancanza di personale: in 50 casi non è neanche entrato in funzione il servizio sostitutivo».

A Trenitalia Conti ha lanciato un ultimatum: «Dovete trovare una soluzione. Queste situazioni sono sanzionate dal contratto di servizio firmato con la Regione. Non siamo noi a far viaggiare i treni sui binari, tocca a voi dare un servizio migliore».