Toscana

Pendolari in aumento anche sugli autobus

di Ennio Cicali

Non solo treno, ogni giorno viaggiano sugli autobus toscani 600 mila passeggeri, il 13% in più dello scorso anno. E l’effetto della crisi che rende sempre più impossibile l’uso della propria auto a quanti sono costretti a spostarsi quotidianamente per lavoro o per studio. Inevitabile il ricorso al mezzo pubblico, spesso l’autobus. Le rotaie, infatti, non coprono tutta la regione. Ci sono aree, come il Chianti, l’Alta Val di Cecina, il territorio non costiero della provincia di Grosseto o le zone montane, alcune parti del Mugello, del Valdarno o della Valdisieve, in cui le ferrovie non arrivano e molte altre in cui anche se un ramo della rete arriva, non è in grado da solo di raccogliere passeggeri capillarmente come il bus.

«A fronte di questa crescita del 13% degli utenti dei mezzi pubblici – spiega Alfredo De Girolamo, presidente Cispel Asstra Toscana (le aziende pubbliche) – c’è però un sistema di trasporti pubblici, già di per sé in crisi da anni e con grandi carenze infrastrutturali, che purtroppo non è in grado di assorbire l’impatto a meno di interventi urgenti, forti e strutturali».

È quindi necessario un intervento della Regione Toscana e del Governo per rispondere al bisogno crescente di mobilità collettiva, per incentivare non solo il trasporto ferroviario dei passeggeri ma anche quello degli autobus, lo chiedono Cispel Asstra Toscana e Anav Toscana, le associazioni che rappresentano le aziende di trasporto locale rispettivamente pubbliche e private, e Legambiente Toscana, nell’ambito di «Pendolaria», la campagna nazionale che sostiene le richieste di quei milioni di persone in Italia che ogni giorno utilizzano il mezzo pubblico, al posto del mezzo privato.

«A fianco delle iniziative per il trasporto su ferro che stiamo conducendo in questi giorni – dichiara Piero Baronti, presidente di Legambiente Toscana – abbiamo deciso di porre anche il problema dei pendolari su gomma, un fenomeno anch’esso consistente anche se meno conosciuto. L’utilizzo degli autobus di linea è quindi una pratica da incentivare, là dove funziona, come mezzo di interscambio con il treno, affinché il trasporto pubblico sia davvero intermodale. Per sostenere questa pratica è necessario investire risorse per aumentare e migliorare il parco mezzi».

Il trasporto pubblico locale in Toscana è esercitato da 31 aziende, sia pubbliche che private, che occupano 6100 persone. Il parco veicoli comprende 2950 autobus con un’età media che al 31 dicembre 2008 risale a 9,5 anni, a causa del rallentamento degli acquisti per carenza fondi. I ricavi da biglietti/abbonamenti venduti coprono circa il 30% dei costi di gestione.

«In questa situazione, le imprese che esercitano il trasporto pubblico locale su gomma non sono neanche in grado di affrontare oggi il problema degli investimenti necessari per dotarsi di nuovi autobus più ecologici e per offrire maggiori servizi in presenza di un aumento dei passeggeri», afferma con rammarico Franco Lazzi, presidente di ANAV Toscana (l’associazione che raggruppa le aziende private).

In una conferenza stampa Cispel Asstra Toscana e Anav Toscana hanno fatto il punto su alcuni punti critici nel finanziamento al settore: «Alcune importanti voci di costo, gasolio in primis, hanno subito negli ultimi anni aumenti straordinari, ben aldilà dell’inflazione programmata, e ciò non ha più consentito alle aziende di raggiungere l’equilibrio economico. – aggiunge De Girolamo – La legge finanziaria del 2008 aveva introdotto meccanismi di revisione dell’accisa della benzina a favore delle Regioni, il contributo per la Toscana per l’anno 2008 è pari a circa 40 milioni di euro, e consentirebbe di sanare, almeno in parte, questa difficile situazione delle imprese, ma anche di investire nel settore con nuovi mezzi più moderni e meno inquinanti. Alla Regione Toscana chiediamo un impegno sul trasporto pubblico su gomma, che deve essere considerato non contrapposto al ferro ma rivalutato nell’ottica di una strategia della mobilità che integri i due strumenti».La Regione, dal canto suo non sembra orientata a soddisfare le richieste, orientata com’è a sostenere il trasporto ferroviario, considerato che al trasporto su gomma destina 200 milioni, in base a quanto stabilito dal contratto di servizio. Toscana prima in Italia per trasporto ferroviarioDal 2007 al 2008, i contributi statali a Trenitalia per il trasporto regionale sono scesi da 1.612 a 1.498 milioni di euro; anche il progetto dei mille nuovi treni, annunciato l’anno scorso, è rimasto lettera morta perché la Finanziaria non ha individuato i fondi. Nel 2008, la Regione Toscana è stata quella che ha speso di più:  nel 2008 ha impegnato 32 milioni di euro per il servizio e 5 milioni per il rinnovo del materiale rotabile, riconosce Legambiente. Tra le regioni italiane è quella che più ha fatto per i pendolari: rispetto al proprio bilancio spende lo 0,38%; inoltre con più continuità in questi anni ha investito per migliorare il servizio ferroviario pendolare con risultati positivi in termini di aumento della domanda, per cui si è passati da 165mila passeggeri trasportati nel 2000 a 225mila nel 2008. Obiettivo dell’assessore regionale ai trasporti Riccardo Conti è arrivare a 500 mila. L’altra faccia della medaglia, purtroppo, mostra una situazione critica, nonostante l’impegno della Regione: sovraffollamento, ritardi, carrozze guaste o chiuse per mancanza di personale, soppressioni senza preavviso, tratte sguarnite, sono gli inconvenienti con i quali si devono misurare i 225 mila toscani che ogni giorno salgono in treno. La Regione non è soddisfatta, afferma Conti che chiede ulteriori sforzi a Trenitalia e governo. «Noi continuiamo a essere disposti a spendere di tasca nostra», dice. Ma non basta.