Toscana

Pene più severe contro il «caporalato»

Il Senato ha approvato il disegno di legge che inasprisce le pene contro il caporalato e colpisce chi impiega lavoratori stranieri senza permesso di soggiorno.

Il ddl, che adesso passa alla Camera, introduce nel codice penale l’articolo 603 bis, titolato «grave sfruttamento dell’attività lavorativa»: è punito chi recluta o organizza l’attività dei lavoratori mediante «violenza, minaccia o intimidazione, anche non continuative», e li sottopone a condizioni caratterizzate da «gravi violazioni di norme contrattuali o di legge ovvero a un trattamento personale, connesso alla organizzazione e gestione delle prestazioni, degradante».

Il caporalato rischia la reclusione da tre a otto anni e una multa di 9milaeuro per ogni persona reclutata o occupata, e la pena è aumentata se le vittime sono minori o stranieri irregolarmente soggiornanti.

Indipendentemente dalle condizioni di lavoro, è riformulato l’articolo 22, comma 12, del testo unico sull’immigrazione che sanziona chi occupa immigrati irregolari con l’arresto da tre mesi a un anno e un’ammenda di 5mila euro per ogni lavoratore.

La novità consiste nella scelta di una linea soft per i soli datori di lavoro domestico, che non rischiano più l’arresto, ma solo l’ammenda da 3mila a 5milaeuro, anche in caso di occupazione di due lavoratori.

La sentenza di condanna ai sensi dell’articolo 603 del codice penale, farà perdere alle imprese la possibilità di avere contratti pubblici per un anno e la perdita o revoca delle agevolazioni o i finanziamenti regionali, nazionali o comunitari per l’anno o la campagna a cui si riferisce l’illecito accertato.

Simone Consani e Marco Nocianolf.toscana@cisl.it