Toscana
Per lavoro ed economia un anno molto difficile
Nella stessa indagine, per quanto riguarda i settori dove la Toscana è considerata all’avanguardia ci sono l’Università (46,8%), gli eventi culturali (43,1%) e gli ospedali (38,4%). Problemi, invece, nell’offerta delle abitazioni (per il 28,3% la Toscana è sotto la media nazionale); la viabilità e il traffico (per il 30,8% è peggiore rispetto ad altre regioni) e lo stesso per i trasporti (25,7%). Altro problema molto sentito è quello del lavoro: il 45% degli intervistati dice che ci sono «poche possibilità» di trovarne uno soddisfacente e per il 7,4% «non c’è nessuna possibilità». E proprio la situazione economica della Toscana, ha detto Martini, «è stata la priorità per il governo regionale in tutto il 2004 e lo sarà anche nei primi mesi del prossimo anno. Sono sicuro che le azioni intraprese proseguiranno e daranno frutti nella prossima legislatura».
A questo periodo «difficile» la Regione ha «cercato di rispondere con azioni concrete come il Piano straordinario di investimenti, che supera i 3 miliardi di euro, e il Patto per lo sviluppo e l’occupazione che oggi ha visto l’avvio ufficiale di 68 progetti per un totale, ancora parziale, di circa 325 milioni di euro». Una fine anno «con segnali contrastanti», ha spiegato Martini. Da una parte c’è il «segnale positivo» che si può leggere proprio dalla firma dei 68 progetti.
Ma «c’è il problema della quotazione dell’euro sul dollaro, sempre più vicina a 1,40. Il sistema produttivo regionale si stava assestando con l’euro 1,25 ma ora bisognerà vedere cosa succederà». Martini, soddisfatto per la conferma del rating «Aa2» da parte di Moody’s («il migliore tra le regioni italiane»), è invece preoccupato per le possibili conseguenze di una finanziaria «che oltre a tagliare sulla spesa corrente, taglia gli investimenti: per questo ha proseguito attendiamo l’annunciato collegato sulla competitività, anche se non riesco a capire come potrà essere realizzato se non saranno previsti gli investimenti».
Quello che sta finendo, secondo Martini, è stato l’anno più difficile nei rapporti con il Governo nazionale. «Non è vero che noi ricorriamo alla Corte costituzionale per principio ha detto il presidente annunciando un nuovo ricorso contro la proroga del commissario del Parco dell’Arcipelago toscano : certamente è stato l’anno della mortificazione del dialogo interistituzionale».
Il riferimento principale è proprio alla finanziaria, «quella che il governo ha approvato, e che noi non abbiamo visto, è completamente diversa da quella che ci era stata presentata». Per questo la speranza principale per il nuovo anno è quella di aprire una stagione diversa nei rapporti con il Governo nazionale.
Tra i principali «successi» Martini ha ricordato l’approvazione dello Statuto, «che apre una stagione importante su temi come la partecipazione dei cittadini, i diritti di nuova generazione e l’intero sistema istituzionale coinvolgendo Comuni e Province», e le elezioni primarie che saranno ufficialmete convocate con un decreto presidenziale che sarà pubblicato il 31 dicembre. Alle elezioni di aprile manca ormai poco, e il Consiglio regionale ha in programma quattro sedute, due a gennaio e due a febbraio. «Saranno appuntamenti importanti per chiudere bene il lavoro dell’intera legislatura», ha concluso Martini.
Dinelli respinge poi le critiche rivolte da Martini al Governo Berlusconi, che sarebbe «il colpevole delle cose rimaste incompiute». In realtà, per il capogruppo azzurro, Martini si è dimenticato di citare l’accordo quadro firmato dalla Regione nell’aprile 2003, «che prevedeva 8 miliardi di euro per la realizzazione ed il potenziamento delle infrastrutture della nostra regione, ma nessuna opera è stata compiuta dice Dinelli a causa dei tanti ostacoli frapposti proprio da Martini a partire dal corridoio tirrenico».
Stessa sorte per i circa 156 milioni di euro stanziati dal governo «per i quattro nuovi ospedali di Prato, Pistoia, Lucca e Massa Carrara che, per le lotte interne alla sinistra toscana, ad oggi restano solo e soltanto sulla carta». «Nelle democrazie moderne conclude Dinelli il leader che ha governato per 5 anni e intende ricandidarsi, come nel caso di Martini, deve presentare agli elettori un resoconto di quanto realizzato rispetto al proprio programma elettorale. Non certo presentarsi con i risultati di una indagine fatta su un campione conosciuto solo da lui e con domande chiaramente pilotate, di cui l’unica cosa incontrovertibile è che sarà pagata con denaro pubblico».