Toscana
Petriccioli, nuovo segretario Cisl: «Più dignità e sicurezza al lavoro»
«Per restituire dignità al lavoro non possiamo permetterci di guardare solo alla sua condizione in Toscana. Il nostro sguardo deve allargarsi ai paesi dell’est, all’Asia, alla Cina, dove certo il lavoro non ha alcuna dignità. Finché noi permettiamo che le cose continuino con gli standard attuali i fenomeni della globalizzazione, delle delocalizzazioni, colpiranno in termini negativi anche la Toscana ed anche da noi continuerà ad esserci lavoro nero, sommerso, mancanza di sicurezza, troppa precarietà».
Sul fronte della sicurezza, in particolare nel bacino marmifero delle Apuane, terra da cui lei proviene, il sindacato è sempre in prima linea
«Per prima cosa voglio ricordare che ad aprile scorso, nell’ambito della trattativa sul Piano Sanitario Regionale 2005-2007, abbiamo ottenuto il raddoppio delle risorse, che le Asl potranno utilizzare per la sicurezza nei luoghi di lavoro. Per quanto riguarda il triste filo rosso che continua a fare vittime nelle cave di marmo, il sindacato, unitariamente, ha elaborato una piattaforma che si basa su una minore escavazione, minori ritmi e tempi di lavoro, rilancio del settore con riposizionamento del bene marmo nel mercato, verso un suo utilizzo come bene di pregio, mantenendo nel territorio l’intera filiera dell’escavazione, della lavorazione, fino alla messa in posa. Per il personale poi pensiamo ad una forte azione di formazione continua, per conoscere meglio i pericoli delle lavorazioni e quindi non correre rischi».
Assenteismo e scarsa efficienza nella pubblica amministrazione, precariato, lavoro nero, sono alcuni dei gravi problemi che affiggono la Toscana. Come si batterà su questo terreno la Cisl nei prossimi anni?
«Il pubblico impiego è certamente un settore sul quale abbiamo intenzione di impegnarci a fondo. La Cisl toscana punta a rafforzare l’etica e l’efficienza della pubblica amministrazione, per i cittadini e per le imprese, e lo vuole fare anche attraverso sperimentazioni e accordi in grandi enti, dove il personale possa offrire qualità ed efficienza e ricevere in cambio formazione, decisiva per aumentare la qualità, e salario. Meno precariato significa fare in modo che il lavoro sia porta d’accesso alla cittadinanza e ai diritti. Il problema riguarda soprattutto i giovani: per molti di loro il precariato non è solo un periodo breve attraverso il quale si passa per entrare nel mondo del lavoro, ma una condizione che perdura per anni. Esiste quindi la necessità di dotare i giovani di un progetto formativo per tutto l’arco della vita e di salario di sostegno da utilizzare nel passaggio tra la scuola e il lavoro e tra un lavoro e l’altro. Infine il lavoro nero. È certamente un problema vero: secondo le stime più recenti è un fenomeno che riguarda 250 mila persone. Un numero che non lascia dubbi: occorre in Toscana condurre una lotta seria contro di esso, con tutti gli strumenti a disposizione».
Pezzotta ha dichiarato che lo strumento della concertazione non si tocca, ma, secondo lei, in Toscana si può essere così unilaterali?