Toscana

Piovanelli: necessario vincere la povertà

«Un manifesto nato – ha detto il genetista Marcello Buratti – dall’esigenza di dare una risposta scientifica al manifesto razzista del 1938. Allora di genetica non si sapeva niente, la struttura del Dna è stata individuata solo nel 1953». Alla luce delle conoscenze attuali, ha spiegato il genetista «il termine razza non ha alcun senso». E, anzi, la contaminazione culturale «è fondamentale per la nostra sopravvivenza».

Oltre 2000 partecipanti di cui 1.144 regolarmente accreditati, 81 relatori, 66 giornalisti e poi, ancora, il personale della Regione, del Parco e delle forze dell’ordine: il gran carrozzone del meeting di San Rossore – costato 228 mila euro (fonte Regione Toscana) – ha superato anche la prova della ottava edizione. Anche se il servizio di catering era un po’ in affanno (ma il menù era buono), il caldo sofferto sotto il padiglione centrale era, come sempre, insopportabile, il taccuino ha annotato alcune defezioni eccellenti tra gli invitati e un solo esponente conclamato di centrodestra tra i relatori: Gaetano Quagliarello, storico della politica e senatore del Pdl.

L’intenzione – annunciata dal governatore Claudio Martini – di farne una occasione di approfondimento culturale alto, ha retto il tempo di due caffè. Perché nel frattempo è giunta la notizia che il Parlamento europeo aveva da poco votato a maggioranza una risoluzione con la quale invita l’Italia a non raccogliere le impronte digitali ai rom, e giù, un coro di osanna all’Europa e di critiche al ministro Roberto Maroni. E mentre a San Rossore si dava lettura di una lettera dialogante di Franco Frattini (bella iniziativa, peccato non esser con voi, mi aspetto stimoli interessanti – il senso della missiva), dai tg rimbalzava il volto dello stesso ministro degli esteri che si arrabbiava per la mozione europea (prendere le impronte non significa schedare i rom).

La prima giornata del meeting ha fatto notizia soprattutto per la telefonata in diretta di Martini a Ingrid Betancourt che ha raccontato alla platea le fasi della sua segregazione e soprattutto l’emozione di esser tornata libera, di aver riabbracciato i propri figli: «Non me l’aspettavo, mi aspettavo almeno altri quattro anni di prigionia. Adesso, però, sto cercando di ricostruirmi una nuova vita, nuovi spazi, nuove abitudini: mi prenderò un mese di vacanza per stare con i miei figli». Il suo pensiero è andato anche ai compagni di prigionia: «Voglio aiutare tutte quelle persone che ancora, in Colombia, vivono lo stesso orrore in cui ho vissuto io. La libertà è un valore per cui vale la pena combattere». A Martini che le ha ricordato che in Toscana ha sede il comitato per l’assegnazione del premio nobel della pace a Ingrid Betancourt, lei ha risposto: «So di non meritarlo, ma se la mia esperienza potrà aiutare tutti coloro che sono privati della libertà, allora ogni anno, ogni giorno, ogni secondo della prigionia, anche se sono gravati su di me come pesanti croci, avranno avuto senso e mi avranno aiutato a servire meglio gli altri«.

La seconda ed ultima giornata ha fatto notizia soprattutto per le defezioni di Walter Veltroni (ricoverato al Gemelli a Roma) e di Dario Fo, ripagate però dal bel dialogo tra il governatore Martini e il cardinale Silvano Piovanelli, arcivescovo emerito di Firenze, che per essere presente all’incontro aveva abbandonato un ritiro a Cercina.

«Non potremo essere cristiani se non fossimo contro il razzismo» ha osservato il presule, ricordando la storia «della torre di Babele raccontata nel capitolo 11 del libro della Genesi: una torre che gli uomini non riuscirono a costruire, perché cominciarono a parlare lingue diverse e non si capirono più». Nella prospettiva della fede, ha osservato Piovanelli intervistato dal presidente della Regione Claudio Martini, è bene «che tutti gli uomini siano insieme per formare una grande famiglia». Il tema del razzismo, dunque, è caro alla Chiesa. E rimanda alla difesa della dignità dell’uomo: l’uomo – ha detto il cardinale – va difeso con tutte le forze, perché deve essere collocato al top delle nostre attenzioni. La stessa scienza non può servirsene. A Martini che osservava come molte forme di xenofobia nascono per la nostra incapacità di vedere i poveri Piovanelli ha risposto: «l’unico modo per non vedere più i poveri, è vincere la povertà». E questo non lo si fa solo agendo in Italia, ma in tutto il mondo, se è vero che l’Europa occidentale, ovvero il 20% del globo, detiene l’80% dei beni della terra. «Ecco, la povertà domanda a me (ma, aggiungiamo noi, a tutti) di essere più sobrio».

Nella più consolidata prassi del meeting, l’annuncio di alcune scelte politiche legate al tema: presto saranno discusse in consiglio regionale due proposte di legge: una per la piena cittadinanza a chiunque vive nel territorio della Toscana (e dunque anche per gli immigrati); e l’altra per il diritto di voto alle amministrative per tutti i cittadini stranieri: ci hanno già provato diverse province e comuni, incontrando fino ad oggi difficoltà, perché la normativa nazionale non lo prevede. Infine la Regione metterà a disposizione un plafond di 5 milioni di euro, perché le scuole inseriscano nei loro piani per l’offerta formativa (pof) progetti e percorsi di educazione alla convivenza tra le diverse etnìe.

E il prossimo anno, ancora meeting: dedicato al tema della scienza, in omaggio a Galileo Galilei.