Toscana

Più alunni, meno insegnanti. Così la campanella in Toscana

di Ennio Cicali

Classi più affollate e meno insegnanti, così l’apertura dell’anno scolastico in Toscana. Sono 453 mila 740 gli studenti, dalle materne alle superiori, che entreranno in aula il 14 settembre, contro i 446.503 dello scorso anno scolastico. All’aumento degli alunni (7.237 in più) corrisponde un numero di insegnanti inferiore di circa 1.700 unità (si passa da 40.363 a 38.651). Molti sono precari, rimasti senza cattedra dopo anni di insegnamento.

La scuola dell’infanzia è quella che soffre di più. Il piano elaborato dalla Regione che prevede l’apertura di sedi scolastiche in base alle esigenze, ritiene necessaria l’apertura di 33 nuove sezioni per 750 bambini da tre a sei anni. I piccoli iscritti alla materna passano quest’anno da 66.121 a 67.614, (1493 bambini in più): per fare fronte a questo aumento, erano state chieste 2704 nuove sezioni: ne ha ottenute solo 2671. La Regione ha deciso di intervenire con risorse tratte dal proprio bilancio per garantire l’apertura delle 33 sezioni di scuola dell’infanzia, attivate dai Comuni e pronte a partire, ma che non possono essere aperte per colpa dei tagli del personale decisi dal governo. «Per evitare che, per la prima volta in Toscana, 750 bambini non si vedano garantito l’accesso alla scuola dell’infanzia e le loro famiglie siano costrette a rivolgersi a nonni o baby sitter abbiamo deciso di intervenire», spiega l’assessore regionale all’istruzione Gianfranco Simoncini.

Tagli e ridotto numero delle sezioni avranno pesanti effetti anche sugli altri ordini di scuola. In tutto ne mancano all’appello 179. La Regione aveva chiesto l’attivazione di 21.065 nuove sezioni mentre ne sono state realmente assegnate 20.886. La scuola elementare paga un prezzo alto con 1.179 alunni in più e 89 sezioni in meno di quelle richieste. Tra le province Firenze avrà 363 posti in meno nell’organico del personale docente per ogni ordine di scuola, seguita da Lucca (-233), Arezzo (-223), Pisa (-192), Livorno (141), Massa Carrara (-131), Grosseto (-121), Pistoia (-113), Siena (-111), Prato (-84).

La lotta alla dispersione scolastica e la diffusione dell’istruzione secondaria superiore rappresentano l’asse portante degli interventi della Regione per il diritto allo studio. Per gli interventi saranno complessivamente disponibili nel triennio 2008-2010 circa 30 milioni di euro.

Uno degli aspetti più significativi riguarda le norme che hanno reso obbligatoria l’istruzione per almeno 10 anni. L’assolvimento di tale l’obbligo in Toscana, unica regione d’Italia, prevede la frequenza di almeno due anni di scuola secondaria superiore, per coloro che non desiderano proseguire gli studi la Regione Toscana offre un terzo anno per l’acquisizione di una qualifica professionale di secondo livello europeo.

La Regione si è trovata a dover sopperire alle forti carenze e ritardi con cui lo Stato, che ha la competenza, ha trasferito le somme necessarie a finanziare l’edilizia scolastica. Il piano regionale prevede un investimento di 45 milioni di euro in un triennio. Attenzione particolare è rivolta alle iniziative sperimentali come il progetto «senza zaino», realizzato in alcuni centri montani in collaborazione con Uncem (le comunità montane) e le convenzioni con privati e privato sociale per garantire comunque la presenza di servizi qualificati nei centri minori.

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