Toscana

Povertà. Emporio solidale di Prato va avanti, rinnovato protocollo

Si tratta del quinto rinnovo di un accordo nato undici anni fa – all’inizio della crisi economica che ha colpito duramente il distretto industriale pratese – con l’obiettivo di trovare una soluzione concreta, corale e sinergica alle tante richieste di intervento di persone bisognose di un aiuto alimentare. Secondo a nascere dopo quello di Roma, l’Emporio della solidarietà di Prato dal 2008, anno della sua apertura, ha servito oltre 58.000 persone. Ogni anno sono state attivate in media 1.600 tessere, corrispondenti ad altrettante famiglie. Di queste il 51,5% sono italiane. Un risultato reso possibile grazie all’impegno fattivo e comune delle istituzioni cittadine, il valore aggiunto di questo progetto esportato in altre cento città italiane grazie al supporto e ai consigli della Caritas diocesana di Prato. Per il sindaco e presidente della Provincia di Prato, Matteo Biffoni, «l’Emporio è patrimonio dell’intera città, frutto dell’impegno delle istituzioni e dei volontari, che con grande sforzo riescono quotidianamente ad essere un riferimento fondamentale per tante persone in difficoltà dando risposte vere e dignitose».

«Sostenere questo progetto – ha sottolineato il vescovo diocesano, mons. Franco Agostinelli – significa rispondere a un bisogno primario delle persone, quello del mangiare. Ed è importante poter rispondere, insieme, in modo sinergico, alla richiesta di chi si trova in difficoltà». Il nuovo protocollo conferma sostanzialmente i contenuti del precedente firmato nel 2015: il Comune di Prato assicura un contributo annuo di 50.000 euro; la Fondazione Cassa di Risparmio di Prato per il 2019 metterà a disposizione 70.000 euro, cifra che potrà essere confermata negli anni successivi sulla base della disponibilità dei bilanci. La Provincia fornisce un aiuto prezioso mettendo a disposizione, in comodato gratuito, gli ambienti di via del Seminario mentre la diocesi, attraverso la Caritas, dà un contributo annuale di 20mila euro e curerà, come ha sempre fatto, la gestione ordinaria del progetto e l’approvvigionamento. In totale sono 140.000 euro annui, a fronte di un totale di merce distribuita pari a 2 milioni e 656.000 euro, come avvenuto nel 2017. In dieci anni di vita il progetto ha potuto distribuire prodotti per un controvalore di 15 milioni e 400.000 euro.