Toscana

Prato, Caritas: aumentano le richieste di aiuto. Domenica la raccolta offerte nelle chiese

Il 50% degli accessi ai centri d’ascolto Caritas di Prato è rappresentato da famiglie conosciute negli ultimi quattro anni, mentre le persone che si sono affacciate per la prima volta nel 2022 sono cresciute del 27,7% rispetto all’anno precedente. Attualmente, il tempo di attesa minimo per avere il rinnovo della tessera Emporio è di un mese, perché il supermercato solidale sta viaggiando da oltre un anno al massimo delle proprie capacità. È quanto emerge dal rapporto sulle povertà a Prato diffuso in occasione dell’Avvento di Fraternità, la tradizionale raccolta offerte nelle chiese della diocesi di Prato che si tiene domenica 18 dicembre. Quanto donato, grazie alla generosità dei fedeli, servirà a sostenere l’impegno dei ventiquattro centri d’ascolto presenti nelle parrocchie attraverso la Caritas, la San Vincenzo e i Gruppi di Volontariato Vincenziano.

«La comunità cristiana è invitata a vivere il tempo di Natale anche con la riscoperta della vicinanza e della fraternità», dice don Enzo Pacini, direttore della Caritas diocesana, nell’annunciare la grande raccolta in programma questa domenica. Come detto, il ricavato servirà ad aiutare i punti di prossimità rappresentati dalle parrocchie, «in particolare i centri di ascolto più piccoli – aggiunge don Enzo – che possono essere un riferimento e una presenza sul territorio in modo diffuso e capillare».

Il rapporto sulle povertà stilato dalla Caritas pratese. Il report confronta i periodi gennaio-settembre degli anni 2021 e 2022 secondo i dati rilevati dal sistema Mirod (Messa in rete degli osservatori diocesani) composto dai già citati ventiquattro centri d’ascolto territoriali gestiti da una quarantina di operatori volontari. Se il totale degli «ascoltati» è simile – 2441 persone corrispondenti ad altrettanti nuclei familiari lo scorso anno e 2444 nel 2022 – aumenta in modo consistente, corrispondente al 40,6% in più, il numero dei colloqui richiesti ed effettuati, che passano da 1691 a 2847. «Maggiore presenza nei centri d’ascolto significa maggiori difficoltà e dunque più richieste di aiuto», spiega il vice direttore della Caritas, Massimiliano Lotti, autore del rapporto. Nel 2022 è stabile la percentuale degli italiani, il 34% sul totale degli utenti. Le altre nazionalità sono quella georgiana (10,6%, in forte aumento rispetto al 2021), marocchina (10,2%), nigeriana (9,5%), albanese (7,%), pakistana (4,2%). Ancora superiore, anche se di poco, la presenza femminile ai centri d’ascolto rispetto a quella maschile: 45,6% contro 54,4%.

Particolare attenzione meritano i dati riguardanti la presenza di minori all’interno delle famiglie seguite dalla Caritas. Nel 2022, sempre nel periodo gennaio-settembre, sono stati 1221 i minorenni raggiunti dai centri d’ascolto, di questi 212 appartengono a nuclei familiari dove i genitori non hanno titoli di studio o al massimo hanno un basso grado di scolarizzazione (solo la licenza elementare), mentre 890 vivono in famiglie senza lavoro o con una occupazione saltuaria. «Possono sembrare numeri contenuti, ma sono ugualmente allarmanti – aggiunge Lotti – perché ci troviamo di fronte a ragazzi e ragazze che sicuramente partono già indietro rispetto ai loro coetanei».

Per quanto riguarda le problematiche vissute dalle persone in difficoltà, la percentuale più alta corrisponde alla mancanza di reddito: il 52,5% non è capace di provvedere in modo sufficiente all’economia familiare. Le cause sono la mancanza di lavoro, problemi di salute o di dipendenze, ma anche difficoltà legate a situazioni di conflittualità in famiglia.

Quale aiuto può dare la Caritas. Il primo, come dice il nome del servizio offerto, è l’ascolto, poi ci sono l’accompagnamento e l’orientamento per cercare di risolvere o uscire dalle problematiche presenti. In caso di bisogno si possono attivare sostegni concreti come il ricorso al fondo del Buon Samaritano, riattivato con la nuova iniziativa chiamata «Bolletta sospesa», pensata per aiutare nel pagamento delle utenze chi non è in grado, oppure dare la possibilità di accesso all’Emporio. Ormai da mesi il supermercato solidale di via del Seminario viaggia a una media di 1250 tessere attive a settimana, ovvero il numero massimo di utenze possibili. Chi ha diritto a usufruire del servizio per la prima volta viene inserito in modo immediato, mentre per i rinnovi, dopo i tre mesi di accesso, in questo momento ci vogliono almeno tre settimane di attesa. Occorre dunque aumentare spazi e possibilità di accesso all’Emporio? Secondo la Caritas, che gestisce il supermercato, «fondamentale è sostenere il progetto in modo continuativo affinché i prodotti non vengano a mancare».