Toscana

Prato, Imu e scuole paritarie; Macrì: un duro colpo per la città

«Il provvedimento riguardante i soggetti tenuti al pagamento dell’Imu per le scuole paritarie cattoliche risulta sconcertante e per certi aspetti ridicolo». Il coordinatore delle Scuole cattoliche Roberto Macrì esprime così la sua preoccupazione per la possibile introduzione dell’Imposta municipale unica a carico degli Istituti paritari.

Secondo il Governo risulterebbero esentate solo quelle scuole che non applicano rette o che le praticano solo a titolo simbolico. Anche questa previsione per Macrì è una beffa: «C’è da chiedersi come mai potrebbe avvenire questa magica alchimia dal momento che, come è risaputo, gli insegnanti e tutti gli oneri derivanti dalla gestione della scuola sono a carico del gestore e che i contributi pubblici coprono una parte marginale che non è sufficiente a coprire neppure la metà dei costi complessivi». Contributi pubblici, per altro già previsti, ma ancora non arrivati dato che le 23 scuole pratesi aspettano ancora un milione di euro.

«La verità è che con questo provvedimento si rischia di dare un duro colpo a una realtà storica del nostro Paese che negli anni ha rappresentato un riferimento importante per tante famiglie che, spesso a costo di sacrifici, l’hanno scelta», aggiunge Roberto Macrì.

Infine il coordinatore ricorda che «se dovessero venire meno le nostre scuole non solo ci sarebbe per Prato una perdita in termini sociali e culturali ma ci sarebbe anche un peggioramento sul piano economico. Lo Stato – conclude Macrì – si dovrebbe far carico, solo nella nostra città, di circa 18 milione di euro, al netto della gestione del patrimonio immobiliare scolastico».

«Il provvedimento riguardante i soggetti tenuti al pagamento dell’Imu per le scuole paritarie cattoliche risulta sconcertante e per certi aspetti ridicolo». Il coordinatore delle Scuole cattoliche Roberto Macrì esprime così la sua preoccupazione per la possibile introduzione dell’Imposta municipale unica a carico degli Istituti paritari.

Secondo il Governo risulterebbero esentate solo quelle scuole che non applicano rette o che le praticano solo a titolo simbolico. Anche questa previsione per Macrì è una beffa: «C’è da chiedersi come mai potrebbe avvenire questa magica alchimia dal momento che, come è risaputo, gli insegnanti e tutti gli oneri derivanti dalla gestione della scuola sono a carico del gestore e che i contributi pubblici coprono una parte marginale che non è sufficiente a coprire neppure la metà dei costi complessivi». Contributi pubblici, per altro già previsti, ma ancora non arrivati dato che le 23 scuole pratesi aspettano ancora un milione di euro.

«La verità è che con questo provvedimento si rischia di dare un duro colpo a una realtà storica del nostro Paese che negli anni ha rappresentato un riferimento importante per tante famiglie che, spesso a costo di sacrifici, l’hanno scelta», aggiunge Roberto Macrì.

Infine il coordinatore ricorda che «se dovessero venire meno le nostre scuole non solo ci sarebbe per Prato una perdita in termini sociali e culturali ma ci sarebbe anche un peggioramento sul piano economico. Lo Stato – conclude Macrì – si dovrebbe far carico, solo nella nostra città, di circa 18 milione di euro, al netto della gestione del patrimonio immobiliare scolastico».