Toscana

Prato, presentato il progetto del nuovo giardino di Villa del Palco: un «polmone spirituale» aperto alla città

«La cura del verde, il verde che cura», è la frase che completa il titolo del progetto. Cura, accoglienza e valorizzazione della biodiversità sono le parole d’ordine dell’iniziativa di trasformazione del grande giardino che sarà finanziato con due milioni di euro, grazie ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Ecologia integrale, interconnessione e visione olistica della salute, secondo la quale l’uomo e il mondo sono considerati come un insieme non separato: ecco i principi cardine che ispireranno la riqualificazione del nuovo parco della Villa, assolutamente in linea e in piena attuazione delle indicazioni contenute nella enciclica Laudato si’ di papa Francesco.

«Con questo progetto Villa del Palco diventerà sempre di più un luogo aperto a chiunque desideri entrarvi, dal singolo visitatore alla scolaresca, e rappresenterà una cerniera tra il tessuto urbano e quello agreste», spiega padre Guidalberto Bormolini della comunità dei Ricostruttori che dal 2016 gestiscono la struttura di proprietà della diocesi di Prato.

 

Uno spazio di circa due ettari complessivi aperto alla città, che viene riorganizzato per dare un contributo alla ripartenza dopo la pandemia.  Quella che da tutti i pratesi è conosciuta come la casa dei ritiri spirituali, manterrà la vocazione originaria, ma avrà anche un’area in piena armonia con la natura, con il creato e con tutti gli esseri viventi. «C’è l’urgenza di dare forza alle categorie più vulnerabili, in particolare i giovani – sottolinea padre Bormolini – che, soprattutto nella fascia adolescenziale, sono stati colpiti da profondi traumi psicologici che vanno al più presto individuati e curati, anche con l’aiuto di terapie basate sul contatto con la natura». Il nuovo parco vuol essere dunque anche una risposta alle conseguenze di ansia e stress che sempre più stiamo vivendo in questo complesso periodo legato alla pandemia. «Diversi studi hanno dimostrato i benefici e gli effetti positivi sulla psiche umana derivanti dallo stare a contatto con la natura, il verde e i boschi», si legge nel documento che spiega le finalità del progetto presentato dalla Diocesi di Prato.

Il vicario generale monsignor Daniele Scaccini, spiega che «L’impegno a costruire percorsi di valorizzazione di ciò che la storia e la fede ci hanno consegnato, nel rispetto della vocazione originaria del luogo e delle attività, sono state la molla per la proposta di questo progetto di cura e valorizzazione dello spazio esterno (giardino e percorsi annessi) pensato dai Ricostruttori nella Preghiera ai quali è attualmente affidata la custodia della Villa San Leonardo al Palco. Il progetto – prosegue il Vicario – condiviso con vari enti, in armonia con il magistero Pontificio sulla custodia del creato contenuto nella enciclica Laudato si’, mi sembra possa contribuire a dare un segno di speranza al fine di rendere nuovamente e pienamente fruibile la bellezza e la funzione di questo spazio caro a tutta la città, ma in particolar modo alla nostra Chiesa diocesana».

Il progetto ha avuto la speciale consulenza del paesaggista Andrea Mati, esperto nella realizzazione di «giardini terapeutici». «Mi occupo di verde da tanti anni – afferma Mati – ma questa è una esperienza unica nel suo genere perché unisce economia e lavoro; l’idea è quella di creare un luogo non solo esteticamente di grande valore, ma anche un luogo dove si possono fare esperienze di riconnessione con la natura e di lavoro nel verde, con la produzione di prodotti naturali che possono essere messi in commercio. Abbiamo unito spiritualità e lavoro».

Nel gruppo di lavoro che ha ispirato e costruito il progetto fanno parte anche Grazia Francescato, nota ambientalista e scrittrice, e la guida ambientale Giacomo Agabio.

 

 

Frutteti, percorsi ciclo pedonali

con le arnie e la casa delle farfalle

Punto di partenza di percorsi ecoturistici

 

Nel piano per la nuova vita del parco c’è l’introduzione di nuove varietà vegetali che abbiano anche proprietà terapeutiche, la creazione di aree di sosta attrezzate con spazi dedicati alle attività motorie, la realizzazione di percorsi ciclo-pedonali interni e zone riservate al rilassamento e alla meditazione. Non mancheranno punti adatti alla convivialità e al ristoro dove potranno essere organizzati incontri ed eventi a carattere didattico e formativo.

Naturalmente il giardino avrà nuova vita con la piantumazione di cento alberi da frutta, sono previste zone per le attività agricole pensate per creare habitat ospitali per gli animali e gli insetti, in modo da stabilire un corretto equilibrio ecologico. Non mancherà la produzione di ortaggi attraverso la realizzazione di un orto bioattivo. Nasceranno un vivaio, una zona per le arnie con la conseguente produzione di miele, tre impianti di lombricoltura, ci sarà un impianto per la spremitura di olive (nell’area di Villa del Palco ci sono 350 ulivi), una casa delle farfalle, un impianto di compostaggio e un laboratorio per piccole manutenzioni e riparazioni.

Chi conosce Villa del Palco sa che il complesso è percorso da un sistema idraulico composto da vasche a cascata originato da una sorgente. Il progetto prevede la risistemazione della vasca grande con funzioni di fitodepurazione, con inserimento e allevamento di specie ittiche, varietà vegetali (come le ninfee) con la realizzazione di strutture di sosta, meditazione

Una volta realizzato il progetto, la volontà è quella di promuovere percorsi eco turistici, escursioni a piedi e in bicicletta che abbiano come punto di partenza il Palco per poi snodarsi sul territorio pratese e valbisentino.

 

 

 

Le connessioni con il Piano di Forestazione urbana

e il progetto Riversibility

 

Un progetto che si inserisce nel piano di Forestazione Urbana della città. Questo intervento, che si è visto assegnare due milioni di euro grazie al bando per i giardini e i parchi storici promosso dal ministero dei Beni Culturali con i fondi del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, si inserisce perfettamente all’interno del nuovo piano operativo del Comune di Prato. Secondo questo sviluppo urbanistico pensato dalla giunta Biffoni e in particolare dall’assessore Valerio Barberis, la città sarà costituita di aree verdi interconnesse in modo da formare un network, delle isole naturali all’interno dei quartieri e delle zone abitate, e il nuovo giardino del Palco sarà una di queste. È la cosiddetta Forestazione Urbana sviluppata dal neurobiologo vegetale Stefano Mancuso e dallo studio Stefano Boeri Architetti con l’obiettivo di incrementare le superfici boscate nella città.

Ci sarà inoltre un collegamento con il progetto Riversibility, il parco fluviale pensato dall’Amministrazione comunale per valorizzare le sponde del fiume Bisenzio. Per inserire Villa del Palco in questo percorso sarà realizzato un collegamento con la ciclabile lungo fiume che permetterà di avere un accesso diretto al nuovo parco senza passare da via del Palco. Questo ingresso è pensato anche per l’accesso alle carrozzine, attraverso un’apertura adeguata e un vialetto pianeggiante non asfaltato ma ben percorribile che condurrà al centro del parco.

«Da tempo abbiamo avviato una riflessione su come tradurre il concetto di “forestazione urbana” con le ispirazioni contenute nella Laudato si’ di papa Francesco – afferma l’assessore Valerio Barberis – e grazie a questo progetto ideato dai Ricostruttori insieme alla Diocesi siamo riusciti a dare attuazione a questa volontà. Sempre di più stiamo prendendo coscienza che queste iniziative rappresentano il nostro futuro»

 

 

Un storia lunga sette secoli

 

Villa del Palco con il suo vasto podere fu acquistata alla fine del Trecento dal celebre mercante pratese Francesco di Marco Datini che fece profonde trasformazioni. Nei primi decenni del Quattrocento divenne convento Francescano, poi a lungo frequentato da San Leonardo da Porto Maurizio (a lui si deve la diffusione anche a Prato della pratica della Via Crucis). Nel 1787 il vescovo Scipione de’ Ricci soppresse il convento e il Palco passò di mano a diverse famiglie: i Desii, i Godi e infine i Forti nel 1924. Nel 1944 Villa del Palco fu a rischio perché il comando tedesco aveva deciso di far saltare tutto, ma per fortuna ciò non avvenne. Nel primo dopoguerra divenne rifugio per sfollati. Nel 1955 la struttura fu venduta alla diocesi di Prato. Dopo un attento restauro a cura dell’architetto Silvestro Bardazzi, divenne sede dell’Opera diocesana dei ritiri. La gestione fu affidata alle Spigolatrici e la Villa fu a lungo utilizzata per convegni e incontri formativi. Vocazione che continua ancora oggi.