Toscana

Prato, visti falsi a giovani calciatori migranti. Indagine anche per frode sportiva

«Si ipotizzano reati molto gravi – spiega, nel corso di una conferenza stampa, il procuratore della repubblica di Prato, Giuseppe Nicolosi -. Viene contestata l’immigrazione irregolare nelle forme aggravate previste per l’ingresso in Italia di alcuni giocatori minorenni, che sono stati fatti arrivare attraverso la presentazione di documentazione falsa sia nel Paese d’origine che in Italia».

L’inchiesta nella parte che riguarda le misure cautelari ha puntato l’attenzione sull’ingresso di tre giocatori attraverso dei visti che si sarebbero rivelati fasulli. Il meccanismo utilizzato era quello del ricongiungimento familiare. «In un caso- precisa Nicolosi- uno dei giocatori è stato presentato come figlio naturale della donna ivoriana, mentre il test del Dna ha documentato che così non era». Questi giovani talenti, come vengono definiti dal magistrato, «sono stato allevati insieme alle società del Prato e della Sestese con l’intendimento di trarre profitto da questa situazione, attraverso la loro valorizzazione».              

Ai tre indagati viene contestato nel caso del presunto figlio naturale della signora ivoriana il reato di favoreggiamento reale, perché avrebbero garantito alla donna «il profitto di reato di immigrazione irregolare, consentendole di ottenere un appartamento e dei benefit, perché questo ragazzino è stato ceduto alla Fiorentina, la quale sulla base della nostra indagine nulla sapeva dello status alterato del giocatore». Nell’inchiesta è coinvolto anche il segretario del Prato, che ha ricevuto in affido due bambini dall’Africa.

Le attività investigative proseguono, e promettono di estendersi ad altri ingressi sospetti di calciatori non ancora maggiorenni. Un aspetto considerato «sconvolgente» dagli inquirenti è che in alcune telefonate intercettate «fra le varie opzioni gli indagati discutono di far arrivare su un barcone dalla Libia i calciatori per superare le difficoltà legate al visto, oppure di organizzare un torneo nei centri di accoglienza». Tuttavia, non risultano al momento ragazzi arrivati e tesserati con questa modalità.

Nel corso dell’indagine della Procura di Prato sui visti fasulli per far arrivare calciatori africani minorenni in Italia sono emersi anche aspetti di frode sportiva.

L’inchiesta riguarda 12 partite fra le squadre dell’Eccellenza toscana, mentre una riguarda proprio l’Ac Prato, vale a dire lo spareggio per la permanenza in Lega Pro con la squadra Tuttocuoio. Le due sfide, giocate il 22 e il 28 maggio scorsi, hanno visto un doppio pareggio 0-0, 2-2 che ha consentito al Prato di restare fra i professionisti. «Ci sono indizi di combine», fa sapere nel corso di una conferenza stampa il procuratore, Giuseppe Nicolosi. «È un’attività che dobbiamo approfondire – ammette -. Tre sono le persone coinvolte per il momento, è una vicenda che per ora guardiamo tutta dal lato pratese. Non escludiamo, pertanto, degli sviluppi». Non risulta indagato il presidente uscente del Prato, Nicola Radici mentre le investigazioni colpiscono Paolo Toccafondi, attuale presidente nonché amministratore delegato della società nella stagione uscente. Invece, per ora non ci sono indagati sul versante del Tuttocuoio, la squadra di Ponte a Egola (Pisa). «Sono stato contattato dal procuratore federale – annuncia Nicolosi -. Mi ha anticipato una richiesta di atti, che penso in tempi abbastanza rapidi metteremo a disposizione della giustizia sportiva». Secondo il codice penale, in effetti, la fattispecie di reati contestati, vale a dire la frode sportiva, prevede la pena massima di 3 anni di reclusione, quindi non consente misure cautelari di sorta. «È una vicenda, tuttavia- precisa Nicolosi-, molto grave sotto il profilo dell’ordinamento sportivo».

Complessivamente, questo filone di indagini che considera anche i match di Eccellenza vede coinvolte 24 persone. «Pensiamo che il meccanismo- aggiunge ancora il magistrato- non ruoti attorno solo alle squadre direttamente coinvolte nel risultato, ma anche alle altre interessate per ragioni di punteggio». Per far luce sull’esito di una partita della serie minore, inoltre, sono stati perquisiti un arbitro e un designatore.