In Toscana ne sono ospitati ancora quasi mille.
Profughi, il modello toscano ha dato i suoi frutti
I primi sbarchi consistenti a Lampedusa di profughi provenienti da Tunisia e Libia iniziarono nel gennaio 2011. Alla regione Toscana fu chiesto di ospitarne fino a 3.500, anche se poi gli arrivi sono stati circa 1.500. Fu scelto un modo alternativo di accoglienza, coinvolgendo Comuni, associazioni, parrocchie e volontariato. Ma sul futuro di questi profughi le incognite sono tante, anche perché dal prossimo 28 febbraio finiscono le convenzioni.

Nel corso del 2011, due sono stati i flussi migratori che hanno interessato la nostra penisola in maniera straordinaria, uno in conseguenza dei fatti avvenuti in Tunisia e l’altro caratterizzato dagli accadimenti in Libia che hanno poi portato alla caduta del regime di Gheddafi. I primi sbarchi di una certa consistenza sulle coste di Lampedusa iniziarono nel mese di gennaio, andando via via ad aumentare, tra l’11 ed il 14 febbraio giunsero nell’isola 4600 persone.
Il 12 febbraio il Governo italiano proclamò l’emergenza umanitaria. La valutazione che fu inizialmente fatta aveva previsto l’arrivo di 50 mila persone. Il Governo aveva previsto che ogni Regione, in base all’incidenza della propria popolazione, avrebbe dovuto farsi carico di un certo numero di accoglienze. La Toscana si rese disponibile ad accogliere 3.500 persone. Inizialmente il Governo ipotizzò un grosso centro a Coltano nel Comune di Pisa , dotato di una capacità ricettiva di oltre mille persone.
L’opposizione dei vertici regionali, che proposero una logica alternativa a quella delle grandi concentrazioni, portò all’ipotesi di piccole accoglienze distribuite sui territori, coinvolgendo oltre ai soggetti istituzionali anche tutto il mondo associativo del volontariato ed il terzo settore. È il sistema di accoglienza diffusa conosciuto con il nome di «Modello toscano».
I primi 304 migranti, provenienti dalla Tunisia, arrivarono nella nostra regione la notte del 4 aprile a cui se ne aggiunsero 203 il giorno dopo. Le 507 persone furono ospitate in 22 strutture divise tra i dieci capoluoghi di provincia. Nel maggio dello stesso anno sono iniziati in modo massiccio gli arrivi dalla Libia, che è importante sottolineare, non riguardavano cittadini libici ma persone che a loro volta erano immigrate in quel paese per trovare lavoro o migliori opportunità di vita. Sono transitate nel sistema Ena (Emergenza Nord Africa) in Toscana 1.519 persone in prevalenza uomini (88%). Alla fine di marzo del 2012 risultavano ancora accolte in struttura 1.173 persone.
Il Governo ha dichiarato la fine dell’Emergenza il 31 dicembre 2012, ed ha prorogato l’accoglienza delle persone fino al 28 febbraio 2013, riducendo tuttavia le risorse rispetto al passato. La fine del progetto ha creato grande apprensione alle persone accolte, molte delle quali sono ancora lontane da un livello di «cittadinanza» tale da poter pensare ad un’autonomia totale.
Attualmente, ma il dato è stimato, sono accolte in Toscana circa 900 persone, alcune delle quali si stanno già organizzando per continuare il loro percorso migratorio in altri stati europei. È comunque necessario garantire ancora una tutela ampia a quei soggetti più vulnerabili degli altri che ancora non sono riusciti a trovare una soluzione adeguata.
Il «Modello toscano» ha rappresentato sicuramente, nella quasi totalità delle situazioni, un modello di eccellenza che meglio di altri ha messo le persone in condizione di sviluppare reali percorsi di integrazione. Non sono comunque mancate anche situazioni nelle quali alcuni, magari fiutando un affare, si sono improvvisati esperti di immigrazione e di accoglienza, creando non pochi problemi ai loro assistiti.
* responsabile del Progetto Ena per la Caritas di Firenze
Ancora in Toscana
Provincia persone
Arezzo 101
Firenze 226
Grosseto 129
Livorno 44
Lucca 114
Massa Carrara 78
Pisa 125
Pistoia 99
Prato 20
Siena 60
TOTALE 997
Dati regione Toscana al 15 novembre 2012
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