Toscana
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Dal n. 24 del 23 giugno 2002

Quale futuro per i circoli cattolici?

244 circoli Mcl, 220 delle Acli, 183 del Centro sportivo italiano e 140 aderenti all'Anspi. In tutto quasi 800 circoli diffusi nei centri grandi e piccoli della nostra regione. Una realtà ancora vitale, ma che sta attraversando un momento di crisi, soprattutto nell'identità e nel suo rapporto con le comunità cristiane.

Parola d'ordine: rifondazione. Non quella comunista, ma quella cattolica. E per «accendere i motori» l'Uffico diocesano fiorentino per la pastorale sociale e il lavoro ha convocato i responsabili nazionali di Csi, Acli, Mcl e Salesiani per avviare una nuova ricerca di «Identità e ruolo degli ambienti socioculturali e ricreativi». Don Giovanni Momigli, direttore dell'Ufficio, introducendo i lavori presso l'oratorio salesiano di Via Gioberti a Firenze, ha voluto sottolineare che «oggi per ricostruire il tessuto relazionale e cristiano delle nostre comunità è necessario ricostruire anche un'identità ai luoghi socio-culturali e ricreativi».

Dagli interventi di Edio Costantini (Csi), Noè Ghidoni (Mcl), Luigi Colzani (Acli) e del salesiano don Gianni D'Alessandro è soprattutto emerso che quella dell'identità e del ruolo dei circoli è la problematica oggetto di riflessione da parte di tutte le associazioni, chiamate a ripensare luoghi e modalità operative. Da qui la volontà di un percorso comune di riflessione e di azioni formative, a patto «che almeno i dirigenti – come ha detto don Momigli – abbiano un forte radicamento ecclesiale».

Il sacerdote fiorentino, oltre a dirigere l'Ufficio di pastorale sociale, è parroco a San Donnino, località alle porte di Firenze che ospita uno dei più grossi ed attivi circoli (assieme a quello di San Carlo a Massa) di recente affiliati al Centro sportivo italiano promotore, in collaborazione con il Centro turistico giovanile, del Progetto «Un circolo culturale-sportivo in parrocchia».
«Il circolo è qualcosa di diverso dalla società sportiva tradizionale – spiegano i promotori dell'iniziativa –: è una realtà pensata a misura della realtà parrocchiale e dei compiti che le sono affidati. Una struttura che, se bene impiantata e gestita, può estendere la presenza della parrocchia in ambiti altrimenti difficilmente raggiungibili. Si tratta peraltro di una proposta “aperta”, adattabile alle esigenze di ciascuno e modificabile nel tempo». L'offerta che viene fatta alle parrocchie è quella di un «pacchetto» di strumenti e di servizi che, nell'insieme, consentono alla parrocchia di creare e gestire facilmente il proprio circolo, organizzando ex-novo o aggiornando una struttura già esistente.

La nuova proposta è stata accolta negli ultimi mesi da una ventina di parrocchie in tutta la regione. Pertanto, al momento, i circoli Csi in Toscana sono 183 (35 a Prato, 31 a Pisa, 25 a Lucca, 22 a Massa, 18 a Volterra, 13 a Pistoia, 12 a Firenze, 11 ad Arezzo, 9 a Siena e 1 a Livorno).
I responsabili del Csi spiegano che la scelta di tornare ai circoli parrocchiali è dettata dalla «profonda consapevolezza di rinnovarsi non tanto nelle attività o nei programmi, ma nel riappropriarsi con originalità del proprio carisma associativo. È tornare alla radice del nostro essere associazione al servizio della Chiesa – spiegano ancora quelli del Csi –. È un tornare al servizio della pastorale parrocchiale attraverso il nostro specifico: le attività sportive, ricreative e del tempo libero».
Da parte sua il Centro turistico giovanile collabora per la promozione delle attività turistiche e dell'animazione culturale e ambientale.
Altri servizi:
Parlano i responsabili regionali di Mcl. Acli e Anspi
Si è perso il senso di appartenenza. Intervista al sociologo

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