Toscana

R.D. CONGO, DENUNCIA DELLA DIOCESI DI BUKAVU: NEL SUD KIVU PROSEGUONO STUPRI E VIOLENZE SULLE DONNE

“Un’azione mirante ad umiliare e ad uccidere una comunità attraverso singolari e talvolta sistematici atti perpetrati in questo o quel villaggio”. E’ il fine devastante delle violenze sessuali contro le donne commesse dai gruppi armati che presidiano l’area nel sud di Kivu, nella zona orientale della Repubblica Democratica del Congo. Ad affermarlo – secondo quanto riportato dall’Osservatore Romano – un rapporto firmato da don Justin Nkunzi, direttore della commissione “giustizia e pace” nell’arcidiocesi di Bukavu. Lo studio è basato su interviste a 100 persone, 65 delle quali vittime dirette di violenze. Tutti parlano di atti inconcepibili, qualificati come fatti senza eguali nella loro storia che “non trovano nessun fondamento e che non si possono comprendere, né spiegare”, afferma il rapporto. Tuttavia per capire meglio è necessario analizzare il ruolo della donna nella società dei Bashi, la popolazione locale. La donna è considerata in primo luogo come madre e gode di grande considerazione e rispetto perché – spiega il documento – “essa dona la vita e rappresenta tutto quello che c’è di sacro nella tradizione africana”. Umiliarla significa umiliare direttamente il suo clan, in quanto nella tradizione dei Bashi “fare violenza ad una donna significa fare violenza alla propria madre, perché è lei che dona la vita ed educa la prole”. Gli stupri sono dunque pianificati come una tattica di guerra da persone che conoscono bene la comunità locale. “Ora – conclude il rapporto – bisogna pensare ad una soluzione per questo dramma”. (Fonte: Radio Vaticana)