Toscana

REAZIONI NEL MONDO ISLAMICO AL DISCORSO DI BENEDETTO XVI A REGENSBURG

Numerose e diverse in tutto il mondo le reazioni alla “lectio magistralis” che Benedetto XVI ha tenuto martedì scorso all’Università di Regensburg (Ratisbona) e che, anche per le semplificazioni con cui i media ne hanno riportato, è stata travisata e percepita come offesa da una parte del mondo islamico. Al di là di alcune manifestazioni di dissenso popolare (in Pakistan, Marocco, Egitto e Indonesia) la questione è andata assumendo, col passare delle ore, una dimensione politica. Il parlamento pakistano ha approvato all’unanimità una risoluzione in cui si chiede al papa di ritirare le dichiarazioni fatte e, secondo alcune fonti giornalistiche, sarebbe anche stato convocato il Nunzio Apostolico nel paese.

Il gran Mufti siriano, Ahmed Bader Eddin Houssoun, in un messaggio inviato alla Nunziatura di Damasco, ha chiesto a Benedetto XVI di fare chiarezza rispetto a “ciò che è stato riferito dalle agenzie di stampa internazionali e da alcuni canali televisivi satellitari sulle affermazioni e le parole attribuite a Sua Santità Papa Benedetto XVI, che provocano difficoltà intellettuali, culturali e religiose tra i sostenitori delle leggi divine… Ci aspettiamo che ciò che è stato attribuito a Sua Santità sia impreciso e speriamo di cooperare per diffondere i valori divini che invitano all’unione tra le forze e alla cooperazione”.

Anche il patriarca della Chiesa Caldea in Iraq, sua Beatitudine Emanuel Delly III, parlando con l’agenzia italiana Ansa, ha invitato il Vaticano a diffondere “un chiara spiegazione” delle recenti parole del papa sull’Islam “per rimuovere gli equivoci che sono sorti”, aggiungendo che “Benedetto XVI ha sempre difeso i musulmani in ogni occasione… ha sempre tentato difendere i popoli dell’Iraq e della Palestina… Coloro che vogliono porre le cose in maniera sbagliata intendono creare divisioni e rovinare le relazioni tra cristiani e musulmani… per questo il Vaticano dovrebbe diffondere nuovi chiarimenti su cosa il papa ha detto, per rimuovere ogni ambiguità. Egli ama l’Oriente, ha sempre sottolineato la necessità della pace tra musulmani e cristiani”.

Diversa la reazione della Giordania che, attraverso il ministro per gli Affari religiosi, ha definito “diffamatorie” le parole del papa. In un’intervista telefonica all’agenzia di stampa francese Afp da Khartoum, in Sudan, (dove è stato finora Nunzio Apostolico) monsignor Dominique Mamberti, appena nominato Segretario per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato (di fatto il ‘ministero degli Esteri’ della Santa Sede), ha dichiarato: “Benedetto XVI l’ha detto e ripetuto; la questione del dialogo tra culture e religioni è una questione cruciale nei tempi che viviamo… le riflessioni del Santo Padre devono essere inserite nel contesto in cui sono state pronunciate”.

Il cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, ha detto: “La Storia non si può interpretare con i criteri che abbiamo oggi. In passato ci sono stati altri criteri, altre maniere di giudicare le cose. Adesso dobbiamo giudicarle sull’oggi e sull’avvenire e dobbiamo aiutare l’avvenire che non si costruisce se non con il dialogo… Giovanni Paolo II e Benedetto XVI hanno sempre detto che va incoraggiato il dialogo interreligioso tra tutte le religioni. Qualche giorno fa c’é stata anche la commemorazione dell’incontro di Assisi e di nuovo si è affermata la necessità di un dialogo per la promozione della pace. Ecco perché è meglio lasciare da parte queste interpretazioni storiche che non aiutano”.Misna

Visita in Germania (9-14 settembre 2006): i discorsi