Toscana

RIFIUTI: BRAMERINI, PER TOSCANA PRIMATO NEGATIVO MA STIAMO GIA’ LAVORANDO

I dati Apat diffusi oggi a Roma dicono che la Toscana, tra le regioni italiane, è quella con la maggiore produzione procapite di rifiuti, “un primato del quale avremmo fatto volentieri a meno”, secondo l’assessore regionale all’ambiente Anna Rita Bramerini ma che, prosegue “non ci coglie impreparati: siamo la quinta regione in Italia come quantità di raccolta differenziata e abbiamo fatto della riduzione dei rifiuti e del forte potenziamento della differenziazione i nostri obiettivi strategici da qui al 2011”. “La Toscana – spiega Bramerini – conta con attenzione i suoi rifiuti e i nostri dati sono attendibili, forse tra i più attendibili in Italia. Queste cifre nascono da alcune peculiarità della nostra terra e del nostro sistema produttivo. Circa il 30% del totale è dovuto all’assimilazione tra i rifiuti urbani e rifiuti prodotti dalla fitta rete di circa 300.000 piccole e medie imprese”. “Questo fatto – continua – alza in maniera significativa la mole totale dei rifiuti urbani, ma consente un controllo maggiore e l’intercettazione di flussi importanti di rifiuti che diversamente rischierebbero di finire in ‘zone grigie’ di smaltimento difficilmente controllabili. Inoltre ogni anno la Toscana attrae oltre 40 milioni di turisti, un flusso imponente e molto significativo”. L’area fiorentina paga il disagio conseguente alla chiusura della discarica di Case Passerini e l’assenza di impianti attivi. La Regione, non avendo ad oggi strumenti normativi specifici, sta valutando le richieste di intervento avanzate dai Comuni di Bagno a Ripoli, San Casciano Val di Pesa, Impruneta, Fiesole, Greve in Chianti, Scandicci e Tavernelle Val di Pesa a causa dell’aumento dei tributi chiesti dagli Ato di Pisa e Arezzo per il conferimento dei rifiuti nelle discariche di Peccioli e Casa Rota. “I costi elevati per il conferimento nelle discariche di Arezzo e Pisa – spiega l’assessore regionale all’ambiente Anna Rita Bramerini – sono dovuti alla somma di due componenti: le tariffe applicate dalle aziende e la cosiddetta ‘indennita’ di disagiò, una sorta di royalty introdotta da alcune Province e Ato. Attualmente è solo su questa ‘indennita” che eventualmente potremo agire per venire incontro all’esigenza dei sindaci. Stiamo facendo svolgere dall’Agenzia regionale di recupero risorse un’indagine per capire se ci sono strumenti normativi con cui potremmo intervenire e per valutare se e come questa questione è stata affrontata in altre Regioni. Abbiamo comunque già in programma incontri con gli Ato e le Province interessate per affrontare tutti insieme, con buonsenso, la situazione”. “L’area fiorentina – prosegue – deve rimediare il più in fretta possibile alla mancanza di impianti propri. Il principio dell’autosufficienza di ogni territorio, stabilito con legge nazionale, è giusto ed è necessario per evitare di trovarsi un giorno a dover affrontare situazioni critiche o costi eccessivi”. “Ogni Ato – conclude – dovrà essere autonomo e per questo è necessario che anche l’area fiorentina si adegui in fretta”.L’impegno della Toscana, informa una nota, sul fronte della differenziazione e della riduzione dei rifiuti è forte: già oggi il 33% del totale dei rifiuti prodotti, molto più della media nazionale, viene differenziato. E per aumentare questo dato si sta pensando a una diffusione capillare della raccolta porta a porta, abbinata con meccanismi di tariffazione che facciano pagare meno chi differenzia di più. Si cercano anche accordi con le categorie economiche e le grandi catene commerciali, e il presidente della Regione, Claudio Martini, ha scritto una lettera al presidente del Consiglio Romano Prodi per chiedere su questo tema strumenti nazionali da articolare nelle singole Regioni. (ANSA).