Toscana

Regionali, il netto successo di Eugenio Giani

I rumors degli ultimi giorni raccontavano di un centrosinistra sull’orlo di una crisi di nervi, con l’incubo del successo di Susanna Ceccardi a turbare il sonno.

Poi invece i numeri hanno detto ben altro: 48,6% a Eugenio Giani contro il 40,4 per la pasionaria di Salvini. Gli altri non pervenuti o quasi: la migliore, la pentastellata Irene Galletti, si ferma al 6,4%, oltre mezzo punti in meno rispetto al risultato della sua lista, segno che un po’ di voto disgiunto c’è stato. Come per Tommaso Fattori, con il 2,2 a lui e il 2,9 a Toscana a Sinistra, mentre gli altri tre canditati si attestano tutti sotto l’1%, ma con i due comunisti che fanno anch’essi registrare frazioni di probabile “voto utile” per il vincitore. Che comunque, fatte tutte le somme, non ne avrebbe avuto affatto bisogno, visti gli oltre otto punti con cui ha sopravanzato l’ex sindaca di Cascina.

Dopo una legislatura alla guida del Consiglio Regionale, con tanto di fascia biancorossa con il Pegaso nelle tante occasioni di rappresentanza che hanno visto la sua presenza, l’inossidabile Eugenio Giani si appresta ora per la prima volta a guidare la Giunta, con un’esperienza amministrativa limitata ai suoi incarichi di assessore nel Comune di Firenze ma certamente anche con la vasta rete di conoscenze che si è costruito in tanti anni di politica, grazie al suo ormai proverbiale presenzialismo, spesso descritto da tanti, amici e non, anche con una vena d’ironia.

Ma proprio l’essere uomo dei rapporti reali, e non dei social, si è certo rivelato vincente, come non ha mancato di sottolineare con una punta di giustificato orgoglio nelle prime dichiarazioni dopo l’elezione, ricordando soprattutto il “Patto di San Gimignano” firmato a suo sostegno una decina di giorni prima del voto da 186 sindaci toscani su 273.

Nato a Empoli il 30 giugno 1959, Eugenio Giani si è laureato in Giurisprudenza a Firenze ed è stato eletto per la prima volta nel Consiglio comunale della stessa città nel 1990 come esponente del Partito Socialista. Riconfermato successivamente a Palazzo Vecchio e più volte assessore, con un impegno particolare sul versante dello sport, nel 2007 aderisce al Pd e nel 2009 viene eletto presidente dello stesso Consiglio comunale e nel 2015 viene eletto in Consiglio regionale con un record di preferenze che gli vale la già ricordata presidenza dell’assemblea di Palazzo Panciatichi.