Toscana

Romena, il Tabor del casentino

«Romena – spiega don Luigi Verdi, fondatore della Fraternità – ha come riferimento l’esperienza di Gesù sul Tabor. Come su quel monte l’invito è portare i tuoi amici in alto, fuori dal rumore, e far vedere la tua vera faccia, far sentire come è “bello per noi stare qui”».

Quarantacinque anni, valdarnese di San Giovanni, ma da oltre venti anni in Casentino, don Luigi ha intuito come le forme asciutte e essenziali della pieve riflettessero il cammino di ricerca dell’uomo: «L’immagine con cui mi piace definire questo posto – spiega don Luigi – è quella di un porto, un porto di terra, dove è possibile per chiunque trovare un riparo, un rifugio, dove è possibile individuare le risorse per ripartire».

L’attività di base di Romena è rappresentata da un cammino strutturato in tre corsi: il primo corso accompagna lo sforzo di «rientrare in noi stessi», attraverso un incontro in profondità con le nostre radici e la nostra personalità, il secondo esprime la ricerca di quel soffio divino che possa colmare la nostra voglia di infinito, il terzo è dedicato all’andare verso gli altri, cioè al servizio.Questo percorso di ricerca, in dodici anni, è stato compiuto da oltre 6 mila persone provenienti da tutta Italia. E sono stati proprio, loro, i corsisti ad alimentare Romena con uno spontaneo passaparola: i figli hanno invitato i genitori, i genitori i figli, gli amici, altri amici. Oggi ai corsi partecipano persone di tutte le età, e di tutte le provenienze sociali, culturali, religiose. Questa «apertura» assoluta è forse il tesoro più grande di Romena. Un tesoro annunciato da una poesia di Rumi riprodotta all’ingresso della Fraternità: «Vieni, vieni chiunque tu sia, sognatore, devoto, vagabondo, poco importa. La nostra non è una carovana di disperazione. Vieni, anche se hai infranto i tuoi voti mille volte. Vieni».

I corsi sono gli interpreti più fedeli del cammino di Romena. Ma sul loro tronco vitale si innestano molti altri rami: «In questi ultimi anni – sottolinea don Luigi – abbiamo acquisito la consapevolezza che Romena ha un senso soprattutto se riesce a non restare isolata, se entra a fare parte attiva di quella grande, invisibile rete di persone, di comunità, di associazioni che ogni giorno testimoniano la voglia di costruire un mondo meno egoista, più attento all’uomo. Per far questo la Fraternità ha deciso che è importante trasformare, di tanto in tanto, la sua tenda in vela».

Così oggi Romena si muove per l’Italia con le sue veglie (quest’anno ne sono state organizzate undici tra L’Aquila e Rovereto, tra Roma e Padova), arriva in almeno settemila famiglie con la sua rivista trimestrale, affida il suo contributo di idee alle sue pubblicazioni («Foglie sparse», libro di poesie dell’Abbé Pierre è il quinto in due anni), abbraccia con i suoi incontri i grandi testimoni del nostro tempo (da Luigi Ciotti a Luigi Bettazzi, da Pietro Ingrao a Alex Zanotelli).

Dal suo «porto di terra», inoltre, Romena lascia costantemente partire nuove «navi»: dal 2001, per esempio, esiste la Compagnia delle arti di Romena, specializzata nel realizzare spettacoli e animazioni creative in ospedali, case di riposo, centri disabili. In appena due anni la Compagnia ha messo in scena in realtà del disagio una quarantina di spettacoli e circa sessanta animazioni.

Vademecum• I corsiSi svolgono ogni fine settimana, dal venerdì sera alla domenica pomeriggio.• La Messa nella pieveLa domenica pomeriggio alle 17.• Gli incontriPeriodicamente Romena ospita grandi testimoni del nostro tempo.• Le veglieOgni anno Romena porta la sua preghiera in dodici città italiane per incontrare chi ha vissuto l’esperienza dei corsi ma anche che vuol semplicemente conoscere un po’ meglio la Fraternità.• La rivista della FraternitàEsce ogni tre mesi. Ciascuno può richiederla gratuitamente scrivendo alla Fraternità di Romena.• I recapitiFraternità di Romena, Romena 1, 52015, Pratovecchio, Arezzo. Telefono: 0575-582060.• Sito Internetwww.romena.it• E-mailmail@romena.it