Toscana

Route Agesci: Noi e il diverso, la lettura di Laura Boldrini

«Negli anni nel nostro Paese si è sviluppata una sorta di imprenditoria della paura. L’altro è stato disegnato come il nemico, non come soggetto motivo di curiosità e di interesse».  Gli effetti sono tangibili: «quando un giovane italiano si reca a Londra e viaggia in metropolitana, trova normale essere circondato da etnìe diverse e quasi se ne compiace. Tornato a Roma, appena sale sul metrò, in diversi casi prova paura se è circondato da persone straniere».

Boldrini cita lo scrittore Andrea Cammilleri: «un giorno mi confidò: io per i miei romanzi horubato  da molte culture. Mi ritengo un meticcio». «Ecco – la conclusione di Boldrini – dal confronto tra le differenze nasce qualcosa di straordinario». Personalmente «io mi sento più italiana quando sto tra i non  italiani».

Al termine dell’incontro i ragazzi empolesi hanno tratto alcune indicazioni da scrivere nella Carta del coraggio: «vorremmo che la convenzione di Istanbul fosse firmata da tutti i Paesi. Vorremmo che, a fianco dei centri antiviolenza dedicati alle donne (che pure devono essere finanziati) nascessero dei centri di aiuto per gli uomini che si rendono protagonisti di maltrattamenti. Vorremmo che le donne che subiscono violenza possano avere una corsia privilegiata nei Centri per l’impiego: perché è dalla loro autonomia anche economica che dipende, in molti casi, la loro salvezza.