Toscana

Route Agesci: «mpegni» e «desiderata» della Carta del coraggio

Un documento perfezionato con l’esperienza delle route regionali e infine affinato da un parlamentino di scolte e rover, di cui facevano parte decine di alfieri (ovvero portavoce dei clan) riunitisi nella tenda del coraggio a San Rossore.

La carta non solo chiede alla politica, ma indica precise assunzioni di responsabilità. «Siamo noi – hanno scritto gli scout –  che dobbiamo avere il coraggio di compiere il primo passo verso il cambiamento che vogliamo vedere: la nostra goccia è indispensabile al mare. (…) Coraggio – si legge nella carta –  è responsabilità, è vincere l’indifferenza, è metterci in gioco, rimboccarci le maniche, assumerci dei rischi per fare ciò in cui crediamo».

Gli scout hanno deciso di «impegnarsi nella politica non come osservatori passivi ma come cittadini attivi».

Desiderano «dare una veste nuova, più forte al valore della legalità». Desiderano «sostenere l’istruzione» «Ci impegniamo a riscoprire la vera bellezza del nostro territorio e dell’ambiente». «Ci impegniamo nel lavoro, motore della dignità dell’individuo, per uscire dalla spirale del mero guadagno. Ci impegniamo a vivere coraggiosamente e con serietà una scelta consapevole di amore autentico, senza discriminare le persone. Nella Chiesa ci impegniamo a essere membra vive. Ci impegniamo a restituire dignità alle persone senza fissa dimora… ci impegniamo per distribuire sorrisi e regalare umanità…» si legge nel documento.

Gli scout aspirano ad essere «sentinelle di positività e promotori di cambiamento».

Chiedono alla politica, alla chiesa e alla società «di aiutarci ad aiutare, promuovendoci e permettendoci di sporcarci le mani». «Di essere riconosciuti come una risorsa gratuita: vi stiamo consegnando il frutto del nostro lavoro: fate in modo che ogni parola che vi stiamo lasciando trovi terreno fertile e possa germogliare».