Toscana

Ru486, pillola indigesta anche per il Consiglio regionale

Passerà quasi sicuramente anche dalla Toscana quel tentativo di cui ha parlato il cardinale Ruini a proposito dell’introduzione in Italia della pillola abortiva RU486. Il Consiglio regionale sarà infatti chiamato, il 3 e il 4 dicembre prossimi, a pronunciarsi su due interrogazioni e una mozione in materia.

La prima interrogazione porta la firma della diessina Marisa Nicchi e chiede alla Giunta regionale se intenda «attivarsi per rendere possibile la sperimentazione del farmaco RU486 anche in Toscana» a mo’ di attuazione della legge 194. Dello stesso tenore l’interrogazione di Pieraldo Ciucchi dello Sdi (Socialisti democratici italiani), che porta ad esempio i Paesi europei dove la RU486 è venduta in farmacia.

Di segno opposto, invece, la mozione «in merito alle richieste di sperimentazione della pillola RU486 in Toscana» sottoscritta da Marco Carraresi del Ccd (Centro cristiano democratico) e Franco Banchi del Cdu (Cristiani democratici uniti). I due consiglieri premettono che lo scopo vero della legge 194 dovrebbe essere quello di prevenire e non garantire l’aborto, che il diritto alla vita è un valore supremo della nostra Costituzione, che l’uso della RU486 non può essere considerato uno strumento tecnico per facilitare l’aborto, che appare inaccettabile che su una questione che investe l’attuazione di una legge dello Stato sia sufficiente il parere di un Comitato regionale di bioetica mentre l’unico parere adeguato potrebbe essere semmai quello del Comitato nazionale di bioetica. Pertanto, Carraresi e Banchi, chiedono alla Giunta regionale di «escludere qualsiasi ipotesi di sperimentazione della pillola RU486 in strutture ospedaliere della Toscana», di «avviare un’approfondita verifica circa l’attuazione della legge 194» e «l’efficacia dell’azione dei consultori».

I due consiglieri chiedono infine di «attivare ulteriori forme di sostegno e prevenzione tese a limitare il grave fenomeno dell’abortività nella nostra regione». La mozione parte senza il «favore del pronostico», ma al di là degli schieramenti sarà opportuno che i consiglieri regionali ci pensino bene prima di far ingoiare ai toscani una pillola davvero amara.