Toscana

SACERDOTE UCCISO IN TURCHIA: RICOSTRUZIONE INCERTA, SILENZIO SUL MOVENTE;

Sono ancora tutte da definire le circostanze che hanno portato alla morte di don Andrea Santoro, il missionario ‘Fidei Donum’ italiano ucciso ieri verso le 15,45 ora locale (le 14,45 ora italiana) all’interno della sua parrocchia di Santa Maria Kilisesi, in Iskender Pasa a Trabzon (la vecchia Trebisonda), città portuale sul Mar Nero nel nord est della Turchia a 150 chilometri circa dal confine con la Georgia. Era da poco terminata la messa quando un uomo è entrato nella chiesa aprendo il fuoco contro il sacerdote, approfittando del fatto che tra le 15,00 e le 16,00 la chiesa restava aperta per accogliere chiunque avesse voluto parlare con don Andrea.

“Erano circa le 15,45, io sono entrata dalla parte laterale di sinistra l’uomo invece è entrato dal portone centrale” ha detto stamani alla MISNA Loredana Palmieri, la volontaria laica testimone oculare dell’omicidio, insieme a un assistente turco del sacerdote. “Don Andrea era a soli due metri di distanza da noi. Non ci ha neanche visti entrare, stava pregando e ci dava le spalle. L’uomo alla mia destra ha tirato fuori la pistola e ha aperto il fuoco due volte prima di fuggire” ha aggiunto alla MISNA la Palmieri, raggiunta telefonicamente a Trebisonda e ancora chiaramente provata dall’accaduto.

Nelle stesse ore in cui la MISNA raccoglieva la testimonianza della giovane volontaria, la polizia turca diffondeva un identikit del presunto assassino di don Andrea Santoro: uno schizzo raffigurante il volto di un giovane di circa 17 anni col capo parzialmente coperto da un copricapo nero. La ricostruzione del viso dell’aggressore sarebbe stata effettuata dalla polizia grazie alle testimonianze concordanti fornite dagli abitanti della zona in cui si trovava la chiesa di Santa Maria e dalle immagini a circuito chiuso riprese dalle telecamere di un magazzino nei pressi della chiesa. Dubbi sull’età dell’omicida sono stati però espressi stamani da Loredana Palmieri. “Qui tutti dicono che è stato un giovane, ma per me non lo era. La voce che continua a risuonarmi in testa non era quella di un ragazzo” ha ribadito stamani la Palmieri alla MISNA, prima che circolasse l’identikit.

Secondo le dichiarazioni rilasciate all’agenzia Ansa dal console italiano di Istanbul, Stefano Canzio, che in queste ore si trova a Trebisonda, la ragazza non avrebbe visto in faccia l’assassino. “Ho fatto in tempo a vedere solo il braccio dell’assassino e poi di spalle mentre fuggiva. Era un uomo di grossa corporatura e ciò mi ha fatto pensare ad un adulto, ma non posso escludere che si trattasse di un giovane” precisa l’Ansa, citando il console Canzio che a sua volta riporta, in prima persona, le parole della Palmieri. La giovane volontaria, sottolinea l’Ansa, si trova “ancora in uno stato di forte shock”. Ulteriori tentativi di contattare Loredana Palmieri per precisazioni non sono andati a buon fine, la ragazza si è detta provata e ha chiesto la cortesia di essere lasciata tranquilla. Il console italiano ha comunque assicurato che: “la polizia è già sulle tracce del giovane assassino e un funzionario mi ha detto che essa conta di prenderlo subito”.

La ricostruzione dell’omicidio fornita alla MISNA dalla Palmieri sembra confermata in parte dall’autopsia effettuata dalle autorità turche che hanno accertato in “due colpi di pistola sparati alle spalle” la causa della morte del sacerdote. Se la ricostruzione presenta ancora qualche lacuna, resta completamente oscuro il movente dell’omicidio. “Andrea sapeva bene di essere in una posizione delicata. Per telefono lo avevano più volte minacciato di morte e negli ultimi anni avevano incendiato il citofono della sua abitazione almeno un paio di volte”: ha detto alla MISNA Suor Antonietta Papa, amica da oltre 30 anni di don Andrea Santoro, il sacerdote italiano ucciso ieri a Trebisonda in Turchia, e Segretaria generale della Figlie di Maria missionarie, la congregazione a cui Don Santoro aveva chiesto aiuto per la propria missione in Turchia. Da queste parti, scriveva Don Andrea Santoro in una lettera inviata alle Figlie di Maria lo scorso giugno e di cui la MISNA ha ricevuto una copia, “la donna vive una situazione particolare di sofferenza che ci chiede di essere particolarmente illuminata con la luce che risplende sul volto di Maria”.

Nella sua richiesta di aiuto alle suore, il sacerdote evidenziava i compiti in cui le religiose avrebbero potuto aiutarlo. Nella lista figurava anche “la vicinanza alle tante prostitute cristiane che pullulano a Trebisonda per via di un’immigrazione femminile dall’est che consapevolmente o inconsapevolmente trova nel marciapiede il suo sbocco”.

Secondo informazioni raccolte dalla MISNA e riportate oggi anche da parte della stampa turca, sarebbe stata proprio l’attività di recupero e sostegno alle prostitute dell’est (ma anche ai tanti immigrati georgiani) a far diventare don Andrea una figura scomoda.

Il governatore della città, Huseyin Yavuzdemir, in un’intervista pubblicata stamani dal giornale turco Vatan, conferma che la polizia sarebbe orientata su una pista che porta proprio ai trafficanti di prostitute. I funerali del sacerdote italiano si sono conclusi da poco nella chiesa di Santa Maria dove le esequie sono state officiate da monsignor Luigi Padovese, Vicario apostolico dell’Anatolia. E sarà proprio monsignor Padovese a riportare domani in Italia la salma di don Santoro che dovrebbe lasciare la Turchia intorno alle 10:55 (09:55 ora italiana) per arrivare a Roma intorno alle 12:30. (a cura di Massimo Zaurrini) Misna