Toscana

SALVALARTE, LEGAMBIENTE PER LA SALVAGUARDIA DI MULINI, FONTI E ACQUEDOTTI

Arriva a Firenze Salvalarte, la campagna nazionale di Legambiente per la salvaguardia e valorizzazione del patrimonio storico e artistico italiano, che quest’anno è giunta alla sua ottava edizione e che in un mese e mezzo attraverserà più di 30 città.

Nell’anno internazionale dell’acqua, Salvalarte sta’ accendendo i riflettori sull’acqua e le sue forme riscoprendo fonti, fontane, fontanili, acquedotti, mulini ad acqua, navigli e grandi opere architettoniche che hanno dimostrato l’ingegno dell’uomo. Esempi ne sono i numerosi mulini ad acqua della Lunigiana, la medievale Fonte Follonica di Siena e le bellissime fontane rinascimentali di Firenze. Di questo e di altro si è parlato oggi nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta presso Sede della Circoscrizione 1 di Firenze a cui hanno preso parte Federica Sacco, responsabile nazionale Salvalarte, Fausto Ferruzza, direttore Legambiente Toscana, Leonardo Sgatti, responsabile Salvalarte Firenze, Annalaura Abbamondi, presidente Circoscrizione I di Firenze.

“Nella Lunigiana per secoli l’economia del territorio é stata soprattutto un’economia di sussistenza, – ha spiegato Fausto Ferruzza – basata sullo sfruttamento delle risorse locali. Già da un censimento effettuato nel 1887, la Lunigiana contava nella zona ben 427 mulini ad acqua in funzione: oggi molti di essi sono ridotti a rudere o trasformati in altro. Emblematico è anche il caso delle ghiacciaie di Sassalbo, borgo delle Alpi Apuane, contraddistinto da un microclima, ormai mutato, tale che grandi distese di acqua stagnante venivano trasformate, con le basse temperature, in grandi distese di ghiaccio. Questo, poi, veniva spezzato in blocchi e stivato nelle “ghiacciaie”, costruzioni realizzate con muri a secco, con pietre progressivamente aggettanti verso l’interno, fino a formare una pseudo-volta. Oggi – ha concluso Ferruzza – queste singolari strutture sono in avanzato stato di degrado, in parte crollate e colonizzate dalla vegetazione.”

“Firenze non manca all’appello nella lista nera del patrimonio trascurato – ha proseguito Leonardo Sgatti – non dobbiamo dimenticare le numerose fontane cittadine: se non sono assediate dalle macchine che le opprimono, ci sono muschi e licheni, vegetazioni spontanee che testimoniano in modo intangibili la carenza di manutenzione ordinaria. Questo è il caso della Fontana di piazza di Santa Croce, dove il colore pertinente, il grigio della pietra serena, è interamente sostituito dal verde della microvegetazione. Lo stesso si può dire del calcare che ha attaccato la fontana di marmo di via Nazionale. Anche la nostra ormai storica ex-tempore di pittura quest’anno punterà lo sguardo sul tema dell’acqua: l’invito è rivolto a tutti i fiorentini, a passare una domenica mattina diversa al Lungarno Serristori nel Giardino delle ex macchine dell’acqua (Piazza Poggi), per ammirare e ritrarre le suggestive vedute attraverso un giardino sul fiume”.

Il 2003 sarà anche l’occasione per Legambiente, per presentare il Decalogo Salvalarte “codice di comportamento per il turista responsabile”. Un decalogo, redatto sulla base di numerosi documenti autorevoli prodotti negli ultimi anni a livello nazionale ed internazionale, come la “Carta Italia” del turismo sostenibile stilata da AITR (Associazione Italiana Turismo Responsabile).

“L’invito lanciato da Legambiente è quello di trascorrere la settimana dei beni culturali, attualmente in corso, all’insegna del turismo responsabile e di visitare i musei e luoghi d’arte con responsabilità – ha concluso Federica Sacco – tenendo a mente che l’immensa ricchezza di arte, natura e cultura custodita dai nostri musei rappresenta per il nostro Paese una risorsa straordinaria, un irriproducibile “valore aggiunto” che dobbiamo garantire anche alle future generazioni. Sono ormai alcuni anni che Legambiente punta ad un tipo di turismo che sia al contempo naturalistico e culturale, prendendosi cura del patrimonio comune rappresentato anche da monumenti meno noti al di fuori dei normali itinerari del turismo di massa”