Toscana

SANITA’, AVVIATO SCREENING PER AUTISMO SU TUTTI I BAMBINI TOSCANI

«Un grazie prima di tutto alle associazioni dei pazienti e alle famiglie, che sono di stimolo al sistema sanitario e ci spingono a un ulteriore impegno a rendere più efficaci le cure». L’assessore Daniela Scaramuccia ha fatto nel pomeriggio le conclusioni del convegno “Autismo. I comportamenti problematici: strategie di intervento”, che si è tenuto ieri e oggi al Centro studi I Cappuccini a San Miniato, organizzato dalla Asl 11 di Empoli in collaborazione con l’Associazione Autismo Toscana, le Società della Salute di Empoli e del Valdarno Inferiore, La Casa di Ventignano e l’Agenzia per la formazione. «Negli ultimi cinque anni è stato fatto molto – ha detto ancora l’assessore – E’ stato sviluppato un percorso che ha dato grandi risultati un termini di diagnosi precoce e di presa in carico del paziente».L’autismo è una sindrome comportamentale che accompagna il soggetto per tutta la vita, assumendo espressioni variabili nel tempo. I dati epidemiologici danno un’incidenza di 2-6 casi su 1.000 nati. Nel 2009 sono nati in Toscana 32.000 bambini: i primi dati dello screening in atto danno un’incidenza del 4 per 1.000, quindi 128 bambini autistici. Il Piano Sanitario Regionale 2008-2010 per la prima volta prevede azioni specifiche e individua nella diagnosi precoce, nella terapia riabilitativa individualizzata e nella presa in carico per l’intero arco della vita gli strumenti necessari per dare un’assistenza adeguata alle persone affette dallo spettro autistico (DSA). Nel dicembre 2008 la giunta ha adottato la delibera “Linee di indirizzo per la diagnosi precoce e la presa in carico multiprofessionale dei disturbi dello spettro autistico. Gli obiettivi sono quelli di abbassare l’età media della prima diagnosi, realizzare una rete di assistenza regionale adeguata, garantire una presa in carico coordinata e continuativa.I pediatri di libera scelta attuano lo screening al 18° mese di età: il progetto è stato avviato dal 1 gennaio 2010 e i risultati sono ad oggi molto positivi, sia per l’adesione dei pediatri (90%), sia perché lo screening consente di mettere in evidenza anche situazioni patologiche diverse dall’autismo, per le quali la diagnosi precoce permette l’avvio di progetti terapeutici-riabilitativi in grado di migliorare molto la situazione clinica.La maggiore criticità – dicono gli esperti – è rappresentata dal passaggio dall’infanzia/adolescenza all’età adulta. Quando un paziente autistico raggiunge la maggiore età esce dal circuito assistenziale specialistico della neuropsichiatria infantile per entrare in un ambito prevalentemente sociale. «Colgo lo stimolo delle associazioni – ha detto Daniela Scaramuccia – per provare a sperimentare insieme l’inserimento di queste persone nella vita reale. Se i l progetto funziona, può essere utilizzato anche per altre patologie». (cs-Lucia Zambelli)