Toscana

SANITA’, IN TOSCANA AL VIA CAMPAGNA ‘MANI PULITE’ CONTRO INFEZIONI IN CORSIA E SCHEDA TERAPEUTICA UNICA

Uno studio sul rischio infettivo in sanità (Progetto regionale Corist) realizzato nel 2004 dall’Agenzia Regionale di Sanità e dall’Università di Pisa e condotto in 41 presidi ospedalieri pubblici della regione ha rivelato che su 6631 pazienti ricoverati da almeno 24 ore, 296 avevano contratto una infezione, pari al 4,5%. Partendo da questi dati il Centro regionale Gestione del Rischio Clinico ha avviato una campagna ‘Mani pulite’ per contribuire alla lotta contro le infezioni ospedaliere, incrementando tra gli operatori sanitari l’ abitudine di lavarsi spesso le mani.

In 24 reparti di sette ospedali toscani (Empoli, Viareggio, Pisa, Grosseto, Firenze Torregalli, Firenze Santa Maria Annunziata e Villa Fiorita) sono stati installati nei reparti e sui carrelli delle visite, insieme a poster e locandine illustrative della campagna, anche i flaconi di gel alcolico a cui medici e infermieri possano attingere senza risparmio. Risultato: dopo 3275 osservazioni, effettuate da addetti presenti a questo scopo nel corso delle attività del reparto, si è accertato un incremento del 12% di questa pratica igienica rispetto alle abitudini radicate prima della campagna.

Il prossimo passo sarà quello di dotare tutti gli operatori sanitari di un cartellino da appuntare sul camice in cui ci sarà scritto: “Chiedetemi se mi sono lavato le mani”, un sistema gentile e propositivo per coinvolgere anche il paziente nella diffusione in ospedale di questa importante ma spesso trascurata pratica igienica.

Un’altra importante attività del Centro Gestione Rischio Clinico riguarda l’introduzione della Scheda terapeutica unica per evitare molti degli errori che vengono compiuti in ambito ospedaliero dovuti dalla trascrizione delle prescrizioni da un modulo all’altro. La scheda è stata testata per sei mesi in 24 reparti di 10 ospedali. Al termine della sperimentazione sono stati verificati notevoli miglioramenti nella sicurezza del processo terapeutico: è aumentata del 40% la possibilità di identificare il medico che ha prescritto i farmaci, del 29% la possibilità di identificare chi ha somministrato il farmaco e del 22% la possibilità di verificare se il farmaco è stato effettivamente somministrato. “Tutte queste attività – conclude l’assessore per il diritto alla salute Enrico Rossi – migliorano la sicurezza del paziente. Affrontare il problema del rischio clinico non significa andare a caccia di colpevoli ma di errori, per individuarne le cause e cercare di eliminarle, se non del tutto almeno in buona parte, portando l’intero sistema a un miglioramento qualitativo percepibile”. (ANSA).