Toscana

SANITA’: PER ALUNNI RICOVERATI LA SCUOLA ENTRA IN CORSIA

Garantire a bambini e adolescenti ricoverati in ospedale di non interrompere l’iter didattico a causa della malattia: è l’obiettivo del progetto ‘Scuola in ospedale’ promosso dall’Agenzia regionale per lo sviluppo dell’autonomia scolastica con il contributo della Regione. Esso prevede che insegnanti e volontari garantiscano il recupero delle lezioni direttamente negli ospedali e, dove necessario, con insegnamenti domiciliari. Il progetto è stato illustrato questa mattina, al teatro Verdi di Firenze, dall’assessore regionale all’istruzione, formazione e lavoro Gianfranco Simoncini, alla presenza, tra gli altri, dell’assessore alla pubblica istruzione del Comune di Firenze Daniela Lastri. Nell’anno scolastico 2006/07, è stato spiegato, sono stati seguiti in ospedale 2019 ragazzi, ricoverati al Meyer di Firenze, e nei pediatrici di Massa, Livorno e Siena; mentre 35 sono stati seguiti con lezioni domiciliari. La Regione ha contribuito ai progetti realizzati dall’Agenzia regionale, con la collaborazione delle Aziende Sanitarie, dell’Ufficio scolastico regionale e con il supporto di una rete di scuole superiori e associazioni volontarie di insegnanti. “L’obiettivo – ha spiegato Simoncini – è quello di garantire ai ragazzi ricoverati gli stessi diritti dei loro coetanei. Spesso la lunga degenza si trasforma in abbandono scolastico: bisogna evitare che il ricovero porti, oltre al disagio e alla paura, anche a conseguenze negative nello studio. Il contributo regionale al progetto è stato di circa 8 mila euro”. Questa idea è nata in Toscana per la prima volta nel reparto di oncoematologia del Meyer di Firenze ed era fondata su insegnanti volontari; dal 2002 è diventata più strutturata. Sono state così attivate la scuola elementare, la media e le superiori e il servizio si avvale ora di sei insegnati e 35 volontari riuniti in associazione sostenuti dalla Fondazione. Dopo il traguardo di oltre 160 bambini e adolescenti che non hanno interrotto l’iter didattico, si pensa ora di estendere il supporto anche a ragazzi più grandi e con problemi specifici, come ad esempio giovani con disturbi alimentari. (ANSA).