Toscana

SANITA’, SIENA, AL VIA SCREENING NEONATALE PER SINDROME DI DOWN

L’età materna avanza e in Toscana circa il 30% di tutte le partorienti ha più di 35 anni. Ciò comporta un aumento del rischio di gravidanze con anomalie cromosomiche del feto e, per questo motivo, la Regione Toscana sarà la prima regione italiana ad offrire gratuitamente a tutte le gestanti lo Screening Prenatale della sindrome di Down nel primo trimestre di gravidanza. Un valido aiuto alle future mamme in questo percorso è rappresentato, oltre che dai medici, sicuramente dalle ostetriche che si stanno formando in maniera specifica sullo screening che partirà a breve. Per questo motivo il Centro Diagnosi Prenatale del policlinico Santa Maria alle Scotte, diretto dal professor Giovanni Centini, coinvolto appieno nel progetto, è diventato punto di riferimento per tutte le ostetriche dell’Area vasta Sud-Est che si sono incontrate oggi a Siena per approfondire le proprie competenze e conoscenze sullo screening ecografico e biochimico della sindrome di Down, con la collaborazione della UOP Ostetricia, coordinata dall’ostetrica Angela Annesanti. “Lo screening – spiega Centini – prevede l’effettuazione di un test combinato, non invasivo, con un buon livello di affidabilità. Si valuta l’età materna, la misurazione della translucenza nucale fetale mediante esame ecografico, da effettuare tra l’undicesima e la quattordicesima settimana di gravidanza, e il dosaggio sul sangue materno di due proteine”. La translucenza nucale è una definizione ecografica di una raccolta di liquido a livello della nuca del feto ed il suo aumento può essere associato in modo statisticamente significativo alla presenza di sindrome di Down. “I valori così ottenuti – aggiunge Centini – vengono inseriti in un programma statistico che calcola il rischio di sindrome di Down. Il test presenta una sensibilità di circa l’85% ma se la gestante si sottopone solo alla valutazione della translucenza nucale la sensibilità del test si riduce al 75%.” Le donne che risultano positive allo screening possono accedere gratuitamente e indipendentemente dalla loro età ad un esame diagnostico invasivo (villocentesi, amniocentesi), che può escludere con certezza la presenza di anomalie cromosomiche. “Alle ostetriche – conclude Annesanti – è affidato il primo contatto informativo con le gestanti e rappresentano un valido punto di riferimento all’interno del percorso nascita. La formazione è quindi fondamentale”.