Toscana

SARS, ROSSI: IN TOSCANA NESSUN PERICOLO

“In Toscana non c’è nessun allarme Sars. La situazione è sotto stretto controllo e tutte le strutture stanno funzionando a dovere”. L’assessore per il diritto alla salute Enrico Rossi manda ai cittadini toscani un messaggio rassicurante, e nello stesso tempo fa sapere che, in caso di necessità, il sistema sanitario toscano è allertato per far fronte con tempestività a qualsiasi emergenza.

Il gruppo di esperti. L’assessore Rossi ha convocato ieri un gruppo di coordinamento, al quale hanno partecipato le varie componenti del servizio sanitario regionale interessate al problema: infettivologi, virologi, igienisti, rappresentanti delle direzioni sanitarie e dell’emergenza-urgenza, medici di medicina generale, e anche il rappresentante dell’Ufficio di sanità marittima e aerea di Livorno del Ministero della salute. Compito del gruppo, monitorare costantemente la situazione, fornire alle Asl linee guida aggiornate per la gestione di eventuali casi sospetti, e verificarne la corretta applicazione: in particolare sulla gestione del paziente in ospedale, la comunicazione alla popolazione e ai medici, la profilassi dei casi sospetti, l’accertamento e la cura dei casi, la protezione e la formazione del personale sanitario.

In Toscana nessun caso. Dalla riunione di ieri è emerso che vi è stata una pronta risposta delle strutture, che si sono allertate in tempi brevissimi e hanno gestito con efficienza le più svariate situazioni, la maggioranza delle quali senza alcun fondamento clinico, legate al clima di panico che si è venuto a creare. Ad oggi, le segnalazioni pervenute alla Regione Toscana sono sei: di queste, due sono state escluse in partenza per mancanza evidente dei requisiti; altre quattro sono state invece inoltrate al Ministero della salute, che le ha vagliate a sua volta, e di conseguenza considerate casi non probabili. Per cui, fra i tre casi italiani segnalati dal Ministero della salute all’Oms, non rientra nessuno dei casi segnalati dalle strutture toscane.

Le misure prese finora. Fin dalla segnalazione dei primi casi a livello mondiale, la Regione Toscana si è attivata per dare indirizzi e fornire informazioni. All’inizio sono state diffuse linee guida che hanno integrato quelle fornite dal Ministero: sono state fornite le definizioni di caso sospetto e probabile, le modalità di segnalazione dei casi, sono state date indicazioni per percorsi abbreviati e sicuri del paziente in accertamento. Attraverso gli Ordini dei medici e le associazioni di categoria, è stata diramata una prima informativa ai medici e ai pediatri di famiglia.Successivamente, l’assessore ha invitato i direttori generali delle Asl e delle aziende ospedaliere ad assumere una serie di inziative per intervenire nel modo più rapido e corretto possibile.

I reparti di malattie infettive. Si sottolinea che, grazie agli investimenti per l’Aids (circa 69 milioni di euro), la Toscana si è dotata di un’efficiente rete di reparti di malattie infettive, in grado di gestire al meglio eventuali pazienti affetti da Sars. I reparti di malattie infettive sono presenti in tutti i capoluoghi di provincia. A Firenze ce ne sono due: all’azienda ospedaliera Careggi e all’ospedale Santa Maria Annunziata a Ponte a Niccheri. Inoltre, vi sono due reparti di malattie infettive pediatriche all’azienda ospedaliera Meyer di Firenze e all’azienda ospedaliera di Siena.

Punti informativi e ambulatori di medicina dei viaggi. Per chi si reca all’estero, informazioni sempre aggiornate possono essere reperite sui siti web dell’Oms e del Ministero della salute. Inoltre, le stesse Asl hanno istituito punti informativi (caselle di posta elettronica, pagine web, numeri telefonici). Si ricorda in particolare che in tutte le Asl sono presenti gli ambulatori di medicina dei viaggi, in grado di fornire assistenza a persone in partenza o che rientrano dai viaggi.

Cosa dicono gli infettivologi toscani. “L’iniziativa dell’assessore Enrico Rossi di costituire una Commissione Regionale che affronti in maniera organizzata e multidisciplinare l’importante, impegnativo e complesso problema di ordine sanitario che la SARS impone, è valutata molto positivamente dalla Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali sezione Toscana – scrive a nome di tutti il presidente della sezione toscana della Società, dottor Francesco Mazzotta – Gli infettivologi toscani già avevano, in collaborazione con le Direzioni Sanitarie, individuato i percorsi assistenziali e le relative misure di profilassi per l’assistenza ospedaliera ai pazienti già ricoverati per sospetta SARS e l’iniziativa dell’assessore di coordinare anche nell’ambito ampio di area vasta tali iniziative fra di loro e con le altre figure professionali interessate al problema è di estremo interesse nell’ambito di una programmazione sanitaria tempestiva nell’affrontare i problemi emergenti.La rete ospedaliera dei reparti di malattie infettive presenti in tutti i capoluoghi di provincia, grazie al fatto che la Regione Toscana è stata una delle prime a completare l’adeguamento di questi reparti alle esigenze dettate da un’altra emergenza quale quella dell’AIDS, nell’ambito della legge 135/90, è tale da poter affrontare con le strutture realizzate le necessità assistenziali che un “isolamento” impone, quale ad esempio la pressione negativa nelle stanze di degenza, la presenza di stanze filtro etc.Grazie alle sinergie che in taluni reparti si sono realizzate a livello nazionale ed internazionale, nell’ambito della ricerca infettivologica, con la costituzione della commissione regionale si possono inoltre mettere a disposizione, e si sottolinea in tal senso l’importanza della presenza di esperti di virologia, le conoscenze e la collaborazione nell’ambito della diagnostica di questa forma morbosa, così importante per le implicazioni di carattere non solo sanitario che sta sempre più assumendo.Infine gli infettivologi tengono a sottolineare che sono allertati ed organizzati per affrontare ogni eventuale necessità assistenziale, ma al momento nella nostra regione, pur avendo dovuto affrontare ricoveri per sospetta SARS, le indagini effettuate hanno escluso trattarsi di tale forma morbosa”. (CR-LZ)