Toscana

SCUOLA: LETTERA ASSESSORE REGIONALE A PRESIDI; REGIONE, NO SPERIMENTAZIONE RIFORMA

La Regione ribadisce il suo “no alla sperimentazione che anticipa la legge Moratti di riforma delle scuole superiori e si propone con forza come punto di riferimento istituzionale per una dialogo diretto con le scuole”. Lo rende noto la Regione con un comunicato. “Un no – si legge -, quello alla sperimentazione riproposta a iscrizioni già concluse, che prima di tutto si motiva con la necessità di evitare confusioni e tutelare il percorso formativo degli studenti”.

Questo il senso della lunga lettera che l’assessore all’istruzione Gianfranco Simoncini ha inviato, nei giorni scorsi, a tutti i presidi della Toscana. “Da alcuni anni – esordisce l’assessore – in particolare dalla riforma del titolo V della Costituzione, le Regioni sono diventate per la scuola italiana un nuovo interlocutore istituzionale. Tuttavia ho la sensazione che stenti ancora a definirsi in modo appropriato la percezione di questo ruolo nel mondo della scuola. Con questa lettera intendo proporre l’apertura di una prassi di confronto diretto”. Proponendo quindi l’organizzazione di specifici momenti di confronto e di un canale diretto e quotidiano, l’assessore entra subito nel vivo della questione della sperimentazione del nuovo ordinamento del secondo ciclo. La questione, si sottolinea, è stata riaperta unilateralmente dal ministro “con atto grave e incomprensibile”, dopo che era stato raggiunto con le Regioni un accordo sul rinvio della riforma e la sospensione della sperimentazione in attesa di un più vasto confronto. Il ministero ha infatti autorizzato l’avvio di sperimentazioni già dal prossimo anno scolastico 2006-2007. In realtà mancano, secondo Simoncini, le condizioni minime per attivare la sperimentazione, a cominciare dalle risorse. “Il decreto – afferma l’assessore – parla di una sperimentazione nell’ambito delle risorse disponibili. Ma quali sono oggi le risorse disponibili per le istituzioni scolastiche? Sono le risorse appena sufficienti per l’attività ordinaria. Con l’ultima finanziaria sono stati infatti ulteriormente ridotti i già notevolmente diminuiti fondi per l’autonomia. Come voi ben sapete non esistono risorse adeguate nemmeno per assicurare la pulizia dei locali”.

Anche nel merito il dissenso è totale. Se è fuori discussione che la libertà di sperimentazione educativa sia parte essenziale del concetto di autonomia scolastica e se in Toscana la legge 32 consente di svolgere sperimentazioni didattiche che possono modificare fino al 20% delle attività previste dai programmi, è sbagliato vedere in questa forma una panacea, anche perché la scuola ha bisogno sì di innovazione, ma anche di stabilità. Tre le obiezioni di fondo sull’opportunità di sperimentare i nuovi percorsi liceali o di istruzione-formazione professionale. In primo luogo si mette in dubbio che la sperimentazione possa avvenire senza alcun confronto con il territorio e a prescindere dalle sue esigenze formative; in secondo luogo manca una definizione certa di un quadro determinato di esiti formali e validità dei titoli finali; terzo punto, non si ritiene corretto sperimentare un nuovo ordinamento della scuola in un solo indirizzo o addirittura in un solo istituto. Ricordando come la Regione si fosse già pronunciata sulla sperimentazione escludendone la praticabilità nelle scuole toscane e come si sia già varata la programmazione della rete scolastica per il prossimo anno, l’assessore avverte infine i dirigenti scolastici che la Regione si riserva di impugnare eventuali provvedimenti presi dalle scuole. “Non è preconcetta e pretestuosa avversione nei confronti del Ministero – ripete Simoncini – ma solo la volontà di tutelare gli studenti”. (ANSA).