Toscana

SIMPOSIO EUROPA-AFRICA: IL MESSAGGIO FINALE

“La disoccupazione, l’esclusione, il peso schiacciante del debito, la corruzione, lo sfruttamento delle persone e il saccheggio delle risorse naturali, la pandemia dell’Aids, la mancanza di accesso alle cure e l’analfabetismo” sono queste le sfide da affrontare nel futuro dei rapporti tra Europa e Africa. A ribadirlo, nel messaggio finale, i 150 vescovi africani ed europei che hanno partecipato al Simposio “Comunione e solidarietà tra l’Africa e l’Europa”, promosso dalle Conferenze episcopali d’Africa e Madagascar (Secam) e dal Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee), che si è chiuso a Roma lo scorso 13 novembre. Per vincere queste sfide i vescovi si rivolgono all’Unione africana e all’Unione europea “affinché fissino per il prossimo decennio l’obiettivo di sradicare la tragedia della fame” e ricordano “ai Paesi ricchi l’impegno a devolvere lo 0,7% del loro Pil per l’aiuto pubblico allo sviluppo”.

“Il rispetto degli obiettivi di sviluppo del millennio – si legge nel messaggio – rappresenta la migliore opportunità per mettere fine alla povertà in Africa. Interpelleremo senza sosta i nostri governi e l’Unione europea sulla necessità di una cancellazione del debito e di regole commerciali giuste e di una mondializzazione dal volto umano”. Ma anche le Chiese sono chiamate a fare la loro parte: “Operiamo per la giustizia e per la pace, con sforzi di riconciliazione e di difesa dei diritti dell’uomo. Rendiamo grazie per lo scambio tra persone, sacerdoti, religiosi, religiose, laici, che operano per la missione nei nostri due continenti. Nella vita delle nostre Chiese, dobbiamo, oggi ancor più che ieri, meglio accompagnare il dono e la ricezione della fede, con la preoccupazione di un sostegno reciproco per la formazione di questi attori di evangelizzazione”. Dai vescovi anche un incoraggiamento ai laici delle Chiese dei due continenti “a testimoniare la loro fede, a rendere conto della loro speranza e a promuovere gesti concreti di condivisione e di solidarietà attraverso un partenariato equilibrato, che risponda alle richieste pastorali al servizio della missione della Chiesa e agli imperativi di uno sviluppo integrale dell’Uomo”. “Nei nostri due continenti – si legge nel testo – siamo chiamati al dialogo con le altre religioni, in particolare con l’islam, seppur in contesti diversi. Dobbiamo conciliare il rispetto dovuto alla libertà religiosa, la stima e la volontà di collaborazione, con la proclamazione serena, ma senza ambiguità, della nostra fede in Cristo e della nostra tradizione cristiana. Questo dialogo dovrebbe avvenire nella reciprocità”. Dinanzi alle “molteplici cause di morte in Africa e in Europa” il messaggio invita a promuovere la “cultura della vita” sulla base di “valori comuni”, come, “il primato di Dio, della trascendenza, il senso della vita, la famiglia”. Consapevoli che “l’Europa ha bisogno dell’Africa e che l’Africa ha bisogno dell’Europa e che l’Europa e l’Africa insieme hanno un servizio da rendere al mondo” i vescovi concludono invitando “i cattolici” dei rispettivi Paesi “ad entrare in relazione rinnovata, in uno spirito di comunione per agire insieme poiché, dall’avvenire degli uni dipende l’avvenire degli altri. Accendiamo la solidarietà con la fiamma dell’amore cristiano, operiamo per l’avvento di un nuovo ordine mondiale, costruendo con ardore la civiltà dell’amore”.Sir

Comunione e solidarietà tra l’Africa e l’Europa