Toscana

SIRIA: APCE, FERMA CONDANNA PER REPRESSIONE, EUROPA REAGISCA

Apprezzamento per la “rapida risposta” delle autorità turche alla situazione profughi dalla Siria e ferma condanna per “il modo in cui il governo siriano sta opprimendo il suo popolo” vengono espressi oggi dalla delegazione della Commissione migrazioni, rifugiati e popolazione dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (Apce), che ieri ha compiuto una visita in due campi profughi nella regione di Hatay, in Turchia. La delegazione, guidata da Christopher Chope (Regno Unito), chiede inoltre alla “comunità internazionale, compresa l’Europa”, di “reagire per le continue violazioni dei diritti umani” in Siria. Le condizioni nei campi dove vengono accolti i profughi “rispondono a standard elevati – affermano i parlamentari -. I siriani che li lasciano sono grati per gli sforzi delle autorità e della Mezzaluna rossa per soddisfare le loro esigenze”. Tuttavia la delegazione avverte che “poiché la situazione potrebbe perdurare a lungo e proseguire anche quest’inverno” occorre trovare “una soluzione sostenibile per i rifugiati”. I parlamentari si dicono preoccupati anche per “l’apparente mancanza di informazioni nei campi sulla procedura di asilo. Un certo numero di siriani ha intenzione di chiedere asilo ma non sa come farlo”, e sottolineano quanto sia importante che i campi e la loro gestione siano aperti alla partecipazione di organizzazioni internazionali e Ong con esperienza nel settore.“Consideriamo essenziale – sostiene la delegazione Apce – che l’Unhcr possa visitare i campi e informare regolarmente i rifugiati. Ciò che finora è avvenuto solo in modo sporadico”. I parlamentari hanno inoltre esortato la Turchia a riconsiderare la limitazione geografica alla Convenzione di Ginevra del 1951 sullo status dei rifugiati, che limita il riconoscimento di rifugiato ai rifugiati europei. “Siamo stati anche colpiti – aggiungono i parlamentari – dalle testimonianze che abbiamo ascoltato. In Siria la repressione non solo prosegue, ma è in escalation, mentre le famiglie di coloro che hanno trovato rifugio in Turchia hanno subito minacce e quelli che hanno rischiato il ritorno in Siria si dice abbiano subito maltrattamenti”. La delegazione ritiene “urgente” che i media internazionali abbiano accesso alla Siria e comincino a riferire ciò che sta realmente accadendo nel Paese. “Condanniamo con forza – concludono – il modo in cui il governo siriano sta opprimendo il suo popolo, e la comunità internazionale, compresa l’Europa, deve reagire per le continue violazioni dei diritti umani”.Sir