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SOMALIA, CONFERMATI NUOVI RAID USA, SI MOLTIPLICANO REAZIONI

Il governo di transizione somalo ha confermato che nuovi raid aerei nel sud della Somalia sono stati compiuti anche oggi dall’aviazione statunitense. Lo ha detto il ministro degli Interni delle istituzioni transitorie di Mogadiscio, Hussein Aidid, confermando definitivamente i nuovi raid, smentiti invece nel corso della mattinata da altri esponenti politici somali. Aidid ha sottolineato che “il governo approva i bombardamenti” pur confermando che le operazioni americane stanno avvenendo in piena autonomia, senza che ai somali vengano fornite informazioni. Secondo le notizie in circolazione, almeno due bombardamenti sarebbero avvenuti nella zona di Afmadow e altri due, invece, nei pressi dell’isola di Ras Kamboni, estremo sud della Somalia, a solo dieci chilometri dal confine col Kenya. Non si hanno per ora notizie certe su possibili bilanci di vittime.

In realtà mancano ancora conferme certe alla nuova presunta attività aerea americana (il Pentagono ha addirittura smentito nuove azioni compiute oggi), anche perchè nell’area sono impegnati anche mezzi dell’aviazione etiope. Nella stessa zona, infatti, da giorni sono impegnate forze etiopi che, secondo quanto la MISNA ha appreso da fonti locali, starebbero tenendo duri combattimenti di terra con gruppi di irriducibili miliziani delle Corti Islamiche.

Fonti giornalistiche keniane oggi hanno riferito di aver visto negli ultimi due giorni camion carichi di militari etiopi feriti rientrare dalla zona costiera a ridosso di Ras Kamboni. E mentre il Consiglio di Sicurezza dell’Onu valuta oggi l’ultimo rapporto del Segretario Generale dell’Onu sulla situazione somala, si moltiplicano le reazioni ai bombardamenti in corso da domenica nell’estremo sud della Somalia, dove si sono rifugiati centinaia di miliziani delle Corti, fuggiti da Mogadiscio nelle settimane scorse. Alla preoccupazione espressa ieri dal segretario dell’Onu, Ban Ki Moon oggi si sono aggiunte dichiarazioni analoghe provenienti dall’Unione Africana, da Francia, Germania, Iran.

In una nota diffusa oggi, il presidente della Commissione dell’Unione Africana, Alpha Oumar Konaré, ha esortato le parti coinvolte nel conflitto ad “astenersi da ogni azione suscettibile di complicare la situazione”. Konaré “reitera l’imperativo di un coordinamento stretti fra tutti i Paesi membri della comunità internazionale coinvolti per permettere un’azione concertata, in appoggio alle istituzioni federali di transizione somale e la promozione di una pace e di una riconciliazione durevoli in Somalia”.

“Preoccupazione per le operazioni militari americane” è stata espressa anche dal ministero degli Esteri francese, che, attraverso il suo portavoce, ha “deplorato le vittime civili causate da questi bombardamenti”. “Il Corno d’Africa – ha aggiunto il portavoce del Quai d’Orsay – è una regione fragile, che bisogna rendere stabile. In Somalia noi sosteniamo le iniziative regionali ed internazionali che tendono a ridurre le tensioni, a favorire la riconciliazione nazionale e a permettere così la ripresa del funzionamento delle istituzioni”.

Anche l’Iran, attraverso le dichiarazioni del portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, ha chiesto alla comunità internazionale di impegnarsi per una ripresa del dialogo tra le parti coinvolte nella crisi somala, oltre ad aver definito “una violazione delle regole internazionali” i bombardamenti americani in Somalia. A favore dell’azione bellica Usa, invece, l’Inghilterra. Il premier britannico Tony Blair oggi ha detto che la Gran Bretagna deve combattere il terrorismo ovunque e aiutare coloro che lo fanno.Misna