Toscana

SOMALIA, UCCISA DA KILLER SUORA ITALIANA

Uomini armati, quasi certamente due, hanno ucciso con tre colpi d’arma da fuoco alla schiena, una suora italiana, suor Leonella, insieme alla sua guardia del corpo, nei pressi di un ospedale pediatrico a Mogadiscio (Somalia). Subito soccorsa, la suora è morta poco dopo per le gravissime ferite riportate. La sua salma è stata subito trasferita in Kenya, dove aveva chiesto di essere sepolta. Nata a Piacenza nel 1940, suor Leonella, al secolo Rosa Sgorbati, era suora dal 1963; aveva svolto la sua missione in Kenya dal 1970 al 2002 e da quattro anni insegnava in una scuola di infermieri professionisti nell’ “Ospedale Sos” di Mogadiscio.

A Nairobi sono arrivate anche le altre suore che da anni gestiscono l’ospedale Sos di Mogadiscio (suor Marzia, suor Annalisa e suor Gianna Irene) e che non avevano mai lasciato la capitale somala neanche nei momenti più difficili. Non è ancora chiaro quando le missionarie rientreranno in Somalia. La presenza delle missionarie della Consolata a Mogadiscio è stata continua a costante, anche quando la comunità internazionale decise di abbandonare l’ex-colonia italiana, lasciandola sprofondare nell’anarchia e nel caos. “Una presenza delicata, sicuramente, ma ripagata dall’amore incondizionato della gente” dice alla MISNA una missionaria della Consolata che ha chiesto di restare anonima. “Quando nel 1998 suor Marzia, una delle missionarie che ora si trova a Nairobi, venne rapita – ricorda la religiosa – furono le donne di Mogadiscio (circondando la casa in cui era trattenuta da giorni) a costringere i rapitori a rilasciarla con un ‘sit-in’ pacifico fatto di canti e grida”.

“Per carità non ne facciamo una questione di Islam, non è così. Non vorremmo che si associasse quello che è accaduto a cose indebite, è il gesto di estremisti isolati. La gente somala vuole bene alle sorelle. Proprio il sacrificio di Leonella dimostra che si può convivere. Ha insegnato a ragazzi e ragazze di Mogadiscio di fede musulmana per due anni, nel rispetto reciproco delle proprie convinzioni religiose. La vita di suor Leonella continuerà proprio in quei giovani”: a parlare è suor Gabriella Bono, madre superiora delle Missionarie della Consolata, raggiunta dalla MISNA nella casa generalizia di Nepi (Viterbo) in Italia. “Poco prima che le altre consorelle partissero per Nairobi ci hanno detto – aggiunge la superiora delle missionarie della Consolata – che la casa di Mogadiscio era piena di gente, di somali in lacrime che erano andati a testimoniare la loro vicinanza e il loro dolore per l’accaduto”.

L’uccisione della religiosa è stato subito collegato da molti commentatori con il clima di violente proteste islamiche per il discorso di Benedetto XVI a Ratisbona, anche se non esistono al momento indizi in questo senso.“Condanniamo l’assassinio di questa religiosa. E’ un atto barbaro e contrario agli insegnamenti dell’Islam (…) noi siamo desolati per quello che è accaduto”: ha detto lo sceicco Muktar Robow, vice responsabile per la sicurezza del Consiglio supremo islamico di Somalia (Sics), che ha anche fatto sapere che uno dei due presunti killer sarebbe già stato arrestato.Paolo Villa, nipote della religiosa uccisa a Mogadiscio, rispondendo a una domanda di un giornalista dell’Ansa sulla possibilità che suor Leonella sia stata uccisa da integralisti in relazione alle parole di Papa Ratzinger, ha detto: “Io non credo che sia legato a questo. La situazione a Mogadiscio era rischiosa già da tempo. Noi per ora sappiamo solo che è stata uccisa, che le hanno sparato e che con lei è morta anche una guardia del corpo, ma nulla di più. Per adesso siamo in contatto con le suore del suo ordine e da loro stiamo apprendendo ulteriori notizie sulla vicenda”.Commentando “con infinita tristezza” l’uccisione di una suora a Mogadiscio, padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana, ha detto all’agenzia Ansa: “Mi pare che sia un episodio frutto della violenza e dell’irragionevolezza, pensando soprattutto all’attuale situazione che non ha motivo e fondamento…Seguiamo con preoccupazione le conseguenze di questa ondata di odio sperando che non portino a conseguenze gravi per la chiesa nel mondo”.

“Un crimine orrendo”. Così il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano definisce, in una messaggio, l’assassinio di Suor Leonella in Somalia. Il capo dello Stato sottolinea la missione umanitaria che svolgeva la religiosa come “una esemplare testimonianza di amore e di dedizione alla causa della solidarietà e della pace tra i popoli.

“La notizia del barbaro assassinio di suor Leonella e della sua guardia del corpo nell’ospedale pediatrico di Mogadiscio, dove la religiosa assolveva alla sua missione umanitaria – sottolinea Napolitano nel suo messaggio – rappresenta un crimine orrendo. E’ stata colpita una donna che aveva dedicato la sua vita al servizio dei più deboli, dei più indifesi e dei più bisognosi, al di là di ogni distinzione etnica o religiosa, offrendo una esemplare testimonianza di amore e di dedizione alla causa della solidarietà e della pace tra i popoli”.

“Profondamente addolorato per quest’atto crudele, che richiama alla memoria un lungo e tragico elenco di vittime della ferocia e dell’odio in una terra così travagliata – conclude il presidente della Repubblica – esprimo, a nome del popolo italiano e mio personale, i sensi del più profondo cordoglio ai familiari, ai collaboratori, ai confratelli e alle consorelle di suor Leonella”.