Toscana

STATUTO REGIONALE, PIZZI: RISULTATI RAGGIUNTI MA ORA I LAVORI DEVONO CORRERE

Alcuni punti importanti sono stati già approvati dalla Commissione. Ma sul nuovo Statuto regionale rimangono ancora nodi da sciogliere. È, in sintesi, il contenuto della relazione che il presidente della commissione Statuto, Piero Pizzi, ha fatto in Consiglio regionale. Nella bozza che raccoglie una versione concordata fra i capigruppo, tra l’altro, la maggioranza delle forze politiche in consiglio regionale si esprime per l’elezione diretta del presidente della giunta. Rimangono ancora alcune questioni aperte – ha ricordato Pizzi – legate anche alla legge elettorale, che sta seguendo un percorso parallelo a quello della Carta regionale. Pizzi sottolinea che tra gli articoli approvati ce ne sono alcuni importanti dove si riequilibra il potere della Giunta a favore del Consiglio regionale.

I punti «caldi» riguardano la possibilità di aumentare il numero dei consiglieri e degli assessori, l’abolizione delle preferenze, la definizione di famiglia. Su questi temi, oltre che sull’elezione diretta del presidente della Regione, si è concentrato il dibattito in aula. Sull’elezione diretta del presidente della giunta c’è un sostanziale accordo.

Ma non mancano le forze contarie: Pdci, Rc e Verdi. Favorevoli Ds, An, Sdi, Udc (che preferirebbe la sola indicazione), Fi «purché sia seguito da un riequilibrio fra i poteri del consiglio e della giunta» ha spiegato il capogruppo Lorenzo Zirri, e Margherita che punta, spiega il capogruppo Alberto Monaci, a un «presidenzialismo temperato». Per quanto riguarda l’aumento dei consiglieri sono favorevoli – purché legati a un aumento dei poteri del consiglio – Margherita, Prc, Verdi e Sdi. Favorevoli anche Fi e An. Per il capogruppo diessino Paolo Cocchi «se ne può discutere». L’Udc propende per il no. «Ma – precisa il consigliere Franco Banchi – se le competenze dell’assemblea dovessero aumentare potremmo cambiare idea». Contrario il Pdci. Sull’abolizione del voto di preferenza sono favorevoli il Pdci (con qualche riserva), i Ds, che chiedono l’introduzione delle primarie, così come il Prc. La Margherita non esprime una posizione comune. Contrari invece l’Udc e lo Sdi, «ma non è determinante» per il capogruppo Pieraldo Ciucchi. Per il capogruppo dei Verdi, Fabio Roggiolani, «va bene mantenere le preferenze purché si stabilisca un tetto di spesa per le campagne elettorali».

Forza Italia «propone un sistema misto – spiega il capogruppo Lorenzo Zirri – per eleggere una parte di consiglieri con le preferenze e una senza». Per An «è una questione marginale», spiega il capogruppo Maurizio Bianconi. Per quanto riguarda infine la famiglia le posizioni in campo sono ancora distinte tra chi vuole il la valorizzazione e la tutela della sola famiglia fondata sul matrimonio (il centrodestra) fino a chi intende riconoscere anche tutte le altre forme di unioni di fatto (Ds in testa). Secondo Pizzi i tempi stringono: è necessario che i lavori corrano spediti verso l’approvazione, altrimenti il rischio è che entro la legislatura lo Statuto non passi.

La famiglia, il nostro paletto allo Statuto regionale