Toscana

STRAGE VIAREGGIO, 38 INDAGATI, ANCHE 8 ENTI; COMITATO VITTIME: BENE PROCURA ORA GARANTIRE VERITÀ

(ASCA) – Sono 38 i soggetti indagati per la strage ferroviaria di Viareggio oltre a 8 enti. è quanto si apprende dalla procura di Lucca che conduce l’inchiesta sul disastro ferroviario che ha causato 32 vittime. Gli avvisi di garanzia, secondo quanto si apprende, sono in corso di notificazione. Per i 38 indagati le ipotesi di reato contestate, a vario titolo, sono disastro ferroviario, lesioni, incendio, omicidio colposo e la violazione di norme antinfortunistiche mentre nei confronti degli 8 enti si ipotizza la violazione del decreto legislativo 231/2001 sulla responsabilità amministrativa degli enti. Le notifiche sono eseguite in vista degli adempimenti collegati alla richiesta di incidente probatorio. Nella notte tra il 29 e il 30 giugno 2009 una ferrocisterna di un treno merci in transito dalla stazione di Viareggio si rovesciò sui binari facendo uscire Gpl che provocò un incendio in cui persero la vita 32 persone.“Un primo risultato è stato ottenuto: che tra gli indagati vi sia l’Ad del Gruppo ferrovie e gli Ad delle società (ferroviarie) e non coinvolte nella strage”. Questo il commento dell’Assemblea 29 giugno, uno dei comitati delle vittime della strage di Viareggio, alla notizia dei 38 avvisi di garanzia notificati oggi dalla Procura di Lucca. “Questo risultato – secondo il comitato – mostra che la Procura, ad oggi, non ha fatto sconti a nessuno e che la mobilitazione dei familiari delle vittime, dei lavoratori, dei giovani, dei cittadini ha ‘contatò per questo risultato. La partecipazione, la solidarietà, la lotta sono ingredienti utili e necessari per strappare buoni risultati. Diversamente prevale l’indifferenza, lo scoraggiamento, l’isolamento, l’immobilismo … utili e necessari a chi vorrebbe insabbiare tutto quello che deve (e dovrà) venire fuori”. Però, aggiunge l’Assemblea 29 giugno, “non siamo mai contenti. Primo perché siamo di fronte ad una strage: 32 vittime, feriti gravissimi, superstiti, sopravvissuti, una zona distrutta, una città ferita (e non c’é da essere contenti). Secondo perché siamo appena agli inizi di un iter processuale che sarà lungo, complesso e difficile. Noi ci batteremo, come abbiamo fatto fino ad ora, fino in fondo affinché siano accertate le responsabilità e sia garantita la verità. Molto dipenderà dalla partecipazione e dalla mobilitazione”.