Toscana

STRISCIA DI GAZA, EMERGENZA UMANITARIA: OSPEDALI AL COLLASSO, SOSPESA PER TRE ORE OFFENSIVA

Donne e bambini rappresentano circa il 50% dei 680 palestinesi rimasti uccisi finora nella Striscia di Gaza: la stima, già riferita alla MISNA da fonti mediche dell’ospedale Shifa, il maggiore di Gaza, è stata confermata dall’Ufficio dell’Onu per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha). “Le continue ostilità e i pericoli per lo stesso personale medico – si legge in una nota dell’Ocha – stanno però rendendo difficile il mantenimento di un registro aggiornato di vittime e feriti”. Non sempre, hanno detto alla MISNA fonti locali, feriti e vittime possono essere raccolti a causa dei combattimenti o dell’inaccessibilità dei luoghi bombardati. Rispondendo solo in parte alle crescenti pressioni internazionali, il governo israeliano ha riferito di aver sospeso per tre ore l’offensiva per consentire l’ingresso di aiuti; una sorta di corridoio umanitario che, secondo fonti governative citate dalla stampa israeliana, verrà replicato anche nei prossimi giorni. La sospensione per tre ore dell’offensiva è stata confermata anche da mezzi di stampa palestinesi, ma alla MISNA non è stato possibile raggiungere alcuna delle sue fonti a Gaza per l’interruzione dei collegamenti telefonici sia mobili che fissi. Nei giorni scorsi, diverse testimonianze di medici che operano nell’ospedale Shifa, avevano riferito che molti dei loro 3000 assistiti presentano gravi ferite mai riscontrate prima a Gaza con amputazioni di arti e bruciature interne; in base a esperienze pregresse durante la guerra di Israele nel sud del Libano (2006), Mads Gilbert – medico norvegese dell’organizzazione umanitaria Norwac, ora a Gaza – aveva detto alla MISNA che queste ferite sono probabilmente causate dall’impiego di ordigni non convenzionali, chiamati ‘dime’. Mancanza di corrente elettrica e insufficienti scorte medicinali stanno rendendo molto difficile intervenire, ha detto il direttore dell’ospedale Shifa, Hussein Ashour citato dall’agenzia palestinese ‘Maan’. Lo stesso ha aggiunto che per i quattro generatori usati per ottenere corrente elettrica non ci sono sufficienti scorte di carburante e che dal loro funzionamento dipende anche la vita di 25 bambini nati prematuramente, 25 pazienti in cura intensiva e 300 in dialisi; oltre a quella delle centinaia di persone che dal 27 dicembre sono state ferite a causa dei bombardamenti.Misna