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STRISCIA DI GAZA, OFFENSIVA ISRAELIANA: QUINTO GIORNO, BOMBARDAMENTI RIDOTTI

Il quinto giorno dell’offensiva israeliana a Gaza si è aperto con bombardamenti ridotti alla zona costiera cannoneggiata dalle navi da guerra che si trovano al largo della Striscia e missili via terra contro edifici governativi ormai vuoti. Lo riferiscono fonti locali della MISNA aggiungendo che il cielo nuvoloso e la pioggia hanno probabilmente bloccato le incursioni aeree; la relativa calma nelle parti centrali della Striscia ha consentito alla gente di uscire dalle proprie case per cercare generi di prima necessità sempre più cari e rari. Fonti palestinesi e israeliane hanno confermato la morte di un medico palestinese che si aggiunge alle 368 vittime dei giorni scorsi; in totale i feriti ricoverati in ospedali ormai privi di medicinali e attrezzature sono più di 1700 in base a un bilancio fornito dall’agenzia palestinese ‘Maan’. Razzi lanciati dalla resistenza palestinese hanno colpito a loro volta un edificio scolastico della città di Beersheva senza causare vittime; altri razzi sono stati lanciati in direzione di Ashkelon, Ofakim e Netivot. Sul fronte politico si susseguono voci e smentite sulla possibilità che il governo di Tel Aviv accolga la proposta della Francia – cui spetta la presidenza di turno dell’Unione Europea – di una tregua umanitaria di 48 ore. La crescente pressione internazionale non ha finora convinto il governo di Ehud Olmert a sospendere gli attacchi, sebbene in queste ore sia stata autorizzata una parziale riapertura dei valichi di frontiera per consentire l’ingresso di un centinaio di camion di aiuti umanitari. Mentre le immagini di morte e distruzione di Gaza stanno lentamente prendendo più spazio nella stampa internazionale, i media israeliani hanno dato particolare enfasi ai preparativi dell’esercito per un’azione terrestre all’interno della Striscia. In un suo articolo, il quotidiano ‘Haaretz’ riferisce che i comandi militari hanno già pronti i piani per l’operazione terrestre e che stanno solo aspettando l’ordine di agire; forse anche in questa ottica deve essere letta la richiesta del ministro della Difesa Ehud Barak di richiamare altri 2510 soldati riservisti che si andrebbero ad aggiungere ai 6700 già richiamati in servizio domenica scorsa.Misna