Toscana

Saldi estivi in calo se manca il turismo

di Ennio CicaliSconti e ribassi non sono bastati a rilanciare i consumi in occasione dei saldi estivi, specie nelle province della costa. I consumatori sembrano essersi fermati davanti alle vetrine e così l’operazione saldi, partita in luglio con la speranza di risollevare una stagione nera per i consumi, non sembra avere dato i risultati sperati. I dati sui saldi (terminati il 10 settembre) mostrano un forte legame con l’andamento delle presenze turistiche.

Nella Toscana costiera prevale il segno meno, mentre in quasi tutte le province dell’interno si registra un indice positivo o almeno stazionario. In pratica, secondo la Confcommercio regionale, il calo delle presenze turistiche sulle spiagge, dalla Maremma alla Versilia (circa il 4/5 per cento in meno), ha pesato anche sugli acquisti nei negozi.

Abbigliamento, calzature ed articoli per lo sport, i settori maggiormente interessati ai saldi, sono stati presi in esame dall’indagine a campione tra gli iscritti della Confcommercio. Per tutti le medie di fatturato dei negozi sono in calo nelle province tirreniche. A Grosseto, è cresciuto solo l’abbigliamento (più 7 per cento), rimasto stabile a Livorno, mentre Pisa ha registrato una perdita consistente (meno 15%); in flessione anche Lucca (–10%) e Massa Carrara (–3%). Sulla costa la diminuzione delle vendite ha riguardato anche gli altri due comparti. Ricavi mediamente in crescita nella Toscana centrale.

Buoni risultati di Arezzo (più 4% per scarpe e articoli sportivi), Firenze (più 5 per cento per i tre settori), Pistoia e Siena (nella città del Palio il più 2 per cento dell’abbigliamento compensa la diminuzione di meno 4% nelle calzature e del -1% delle vendite di articoli per lo sport e tempo libero). La provincia di Prato è l’unica eccezione della Toscana interna. Infatti, registra preoccupanti contrazioni nei saldi estivi: dal calo del 10 per cento nell’abbigliamento e calzature al meno 15 per cento degli articoli sportivi. Nelle città d’arte – Firenze è tornata a crescere – e nei piccoli centri, invece, le presenze turistiche di quest’anno sono rimaste pressoché invariate rispetto al 2003 e si sono sommate al maggior numero di residenti rimasti a casa nel periodo di alta stagione. Di questo sembrano avere risentito anche le vendite.

I risultati parziali dei saldi estivi nelle 10 province della regione sono stati anticipati da Confcommercio Toscana che, nonostante tutto, vi intravede un piccolo segnale di ripresa. Commentando i risultati dell’indagine, il presidente Franco Scortecci ha chiesto alla Regione Toscana di accelerare le scelte verso nuovi modelli economici partecipati con le categorie, valorizzando i nuovi investimenti del terziario. Secondo Confcommercio Toscana il bilancio è in linea con le previsioni degli operatori per l’anno 2004.

«In generale ci sono lievi segnali di ripresa ed è importante incoraggiare questo trend – ha sottolineato Franco Scortecci – perché il commercio viaggia da troppo tempo sul filo della stagnazione, con conseguenze non positive per l’intera economia. Bisogna far ripartire i consumi e anche le istituzioni devono cogliere quest’occasione per accelerare le scelte sullo sviluppo locale, rivedendo l’obsoleto modello dei distretti industriali e valorizzando invece politiche di filiera che sostengano tutta la catena economico-produttiva, fino alla distribuzione e i servizi in tutte le loro forme, che fino a prova contraria rappresentano ormai più del 50 per della ricchezza prodotta e dell’occupazione espressa in tutta la regione. Il terziario sta cambiando pelle – conclude il presidente regionale di Confcommercio – ed è necessario che le istituzioni, centrali e periferiche, ne assecondino la metamorfosi».L’intervista:Svendite sì, ma nei periodi stabilitidi Andrea BernardiniUn acquisto intelligente presuppone una verifica della qualità. Così il presidente regionale della Lega consumatori delle Acli toscane Pino Staffa, che offre ai lettori alcuni consigli pratici per non farsi raggirare. «Intanto – dice Staffa – un paio di premesse: i saldi sono forme di vendita, a prezzi scontati e in un ben determinato periodo dell’anno, di prodotti di fine stagione. Il commerciante è libero di aderire o meno all’iniziativa nel periodo stabilito, ma non è libero di effettuarli in un periodo diverso da quello previsto dalle autorità regionali. E poi: l’etichetta del prodotto in saldo deve indicare il prezzo iniziale ed il prezzo finale della merce. Non esiste l’obbligo di indicare la percentuale applicata, ma non esistono neanche percentuali minime o massime stabilite per legge. Attenzione, però: se la percentuale applicata è molto alta, si potrebbe trattare di merce delle passate stagioni. Di norma, infatti, i veri saldi sono quelli che presentano percentuali non più alte del 20-30%».

Dunque, i consigli. Il primo…

«Il consumatore dovrebbe controllare, prima dell’inizio dei saldi, i prezzi dei prodotti: ciò gli consentirà di riconoscere i falsi dai veri ribassi e scegliere di conseguenza. In particolare è bene privilegiare i negozi conosciuti dove vi è maggiore certezza di acquistare articoli in saldo e non fondi di magazzino; confrontare i prezzi di più negozi per decidere se si tratta veramente di un buon affare».

Di cosa dovremmo diffidare?

«Io diffido dei negozi che espongono articoli a prezzi scontati accanto ad altri a prezzo normale, indicando genericamente di uno sconto; o di quanti mettono in vendita capi in saldo ove siano disponibili tutte le taglie: potrebbe trattarsi di serie di qualità inferiore realizzate appositamente per essere vendute a saldo; infine diffido dei saldi organizzati da società specializzate: portano nel negozio merce, commessi, cartelli pubblicitari… non si tratta di veri saldi, ma di fondi magazzino».

Si legge in alcuni negozi: la merce in saldo non si sostituisce…

«Ed invece se la merce in saldo è difettosa deve essere sostituita, dietro presentazione dello scontrino fiscale. Non è vero, poi , che la merce in saldo non si cambia: il cambio può avvenire, a discrezione del negoziante, che però non è tenuto ad effettuarlo da alcun obbligo di legge, per un importo uguale o superiore. Non è vero, infine, che i prodotti in saldo non si provano: nel caso di acquisto di capi di abbigliamento in saldo valgono le regole di sempre. E per il pagamento si possono usare anche le carte di credito».