Toscana

San Casciano Val di Pesa: 16 ragazzi a scuola per diventare contadini

Nell’orto coltivato dai giovani contadini di San Casciano c’è molto di più di un seme che aspira a diventare pianta. Con i pomodori, le melanzane, il sedano e il prezzemolo coltivati in un fazzoletto di terra davanti alle aule di via della Libertà, mette radici la prima scommessa sulla vita e sul lavoro di campagna lanciata dai ragazzi, iscritti dallo scorso febbraio alla scuola per contadini dei Comuni del Chianti.

In quei semi, piantati con entusiasmo e speranza, c’è la voglia di farcela, di scovare il proprio talento, di immettersi sulla propria strada in un momento in cui le difficoltà ne hanno annebbiato la visuale. Insieme ai semi ognuno dei giovani contadini ha riposto la speranza di riuscire a realizzare un sogno e affermare un’identità professionale attraverso le potenzialità della terra e del settore agricolo. 

Adesso sono sedici i ragazzi che coltivano esperienze e proiezioni nel futuro. La scuola piace ed alimenta curiosità, desiderio di conoscenza, passione dei giovani studenti. Ad essere apprezzate non sono solo le lezioni in aula e tra i campi dell’azienda agricola Montepaldi ma gli insegnanti e i tutor di cui gli allievi riconoscono le capacità professionali e umane. “Non salgono in cattedra – dice Tommaso Buti – i nostri insegnanti parlano, ridono, scherzano con noi e quando spiegano sono il centro ideale e fisico della nostra attenzione, le lezioni infatti avvengono in cerchio con l’insegnante in mezzo”.

L’iniziativa dell’orto è una delle esperienze più riuscite a pochi mesi dall’esordio del progetto pilota che, sostenuto dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e coordinato da Chiantiform, si pone l’obiettivo di contrastare il fenomeno dell’abbandono scolastico attraverso un corso di formazione professionale che unisce teoria, pratica e realtà economiche del territorio.

“Il percorso di crescita dei ragazzi – commenta Franco Agnoletti, presidente di Chiantiform – è notevole sotto tutti i punti di vista, si è formato un bel gruppo, affiatato, compatto che apprende, recepisce gli stimoli degli insegnanti, raramente si assenta, l’orto è una loro creazione, la prima individuale e collettiva allo stesso tempo, nata con i semi gestiti dagli allievi”.

“Considero questa scuola una vera e propria conquista – aggiunge l’assessore alla Formazione e alla Pubblica Istruzione Chiara Molducci – a tutti i ragazzi che hanno perso la bussola o hanno trovato difficoltà nei percorsi scolastici tradizionali il corso biennale per operatore agricolo saprà aprire le strade; è importante sapere a 17-18 anni cosa si vuole o non si vuole fare da grandi, aver trovato una strada e provare a percorrerla”.