Toscana

Sanità: al Meyer un intervento di neurochirurgia unico in Italia

NUOVO APPROCCIO ENDOSCOPICO. L’area sede della malformazione cavernomatosa, la regione pontina del tronco dell’encefalo, è stata raggiunta attraverso un approccio endoscopico trans naso sfenoidale e transclivale con un primo intervento. Questo ha permesso di raggiungere la sede della malformazione, che si era lesionata sanguinando e provocando danni neurologici,  e di “svuotarla” del sangue. Fatto questo, due giorni fa è stato eseguito un secondo intervento, con il medesimo approccio e utilizzando una moderna tecnologia HD, grazie al quale si è potuto procedere alla rimozione della malformazione, recuperando completamente tutti i deficit che aveva causato.

PRIMA VOLTA IN ITALIA. In Italia un’operazione del genere non era mai stata eseguita, almeno in età pediatrica.  La malformazione non era affiorante all’esterno del tronco e dunque non era raggiungibile con l’approccio chirurgico standard.  La lesione era inoltre localizzata in un distretto del cervello, la parte anteriore del ponte del tronco dell’encefalo, che è una vera e propria “centralina di comando” di tutte le nostre attività motorie e  sensitive e dunque una zona delicatissima da raggiungere. Per questo l’approccio endoscopico trans naso sfenoidale si è rivelato fondamentale: ha consentito ai chirurghi di arrivare alla malformazione, senza danneggiare le zone circostanti, attraverso un primo passaggio dal naso allo sfenoide e da questo al clivus fino a raggiungere il “ponte”, la zona del tronco encefalico interessata dalla malformazione.

DOPPIO TEAM. L’intervento è stato eseguito a doppio team, in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma.  Diretti dal dottor Genitori c’erano il dottor Federico Mussa e il dottor Mirko Scagnet del team della Neurochirurgia del Meyer. Con loro il dottor Filippo Giovannetti e il dottor Paolo Priore del team della Chirurgia Maxillo-Facciale diretta del professor Giorgio Iannetti della Sapienza. Il team neuro anestesiologico era formato dal dottor Leonardo Bussolin e dalla dottoressa Luisa Malafronte dell’UO di Anestesia e Rianimazione Pediatrica del Meyer.

RECUPERO COMPLETO. La piccola, 15 anni, era arrivata alla Rianimazione del  Meyer in coma due mesi fa, con un’emiparesi e difficoltà respiratorie causate dal sanguinamento della malformazione che, per le sue caratteristiche, se non trattata chirurgicamente sarebbe stata destinata a risanguinare provocando in questo modo danni neurologici permanenti. La bambina ha invece recuperato completamente i deficit neurologici causati dal cavernoma e la risonanza post- operatoria non mostra né complicanze, né residui lesionali.