Toscana

Sanità, la denuncia della Cisl toscana: situazione degli operatori sanitari sempre più difficile

“La pandemia del Covid-19 – si legge – è stata finora affrontata come un’emergenza, ma a conti fatti emergenza non può più essere considerata, visto che ormai sono passati ben 14 mesi e che ancora oggi ci troviamo in mezzo a questo girone dantesco”.Si è parlato, prosegue la lettera, di “numeri altissimi a livello di assunzioni, ma le assunzioni vanno analizzate nel dettaglio e nella realtà di questi mesi, alla luce delle uscite dovute a quota 100, degli assenti per malattia (principalmente a causa del Covid-19) e delle aperture dei nuovi servizi che in tutta fretta sono stati messi in campo per sopperire alla pandemia (come per esempio le USCA), della copertura dei servizi infermieristici territoriali h 12 per 7 gg alla settimana; e dobbiamo inoltre considerare che un reparto “COVID” o di terapia intensiva, avendo aumentato il numero dei degenti per adattarsi all’andamento pandemico, ha richiesto di conseguenza l’aumento del numero degli operatori ad esso assegnati. Probabilmente, insomma, se dovessimo fare una stima più precisa del personale effettivamente entrato in servizio, ci troveremmo di fronte a numeri ben distanti da quelli reclamizzati e che talvolta potrebbero perfino volgere al negativo”.

“Questa pandemia, vi assicuriamo, per i nostri sanitari in prima linea è stata ed è a tutt’oggi una battaglia durissima! Anche loro hanno figli piccoli e anziani fragili a casa, anche loro hanno paura, ma in nome della salute pubblica è stato chiesto loro di scordarsi dei propri problemi famigliari e di dedicarsi anima e corpo alla missione di sconfiggere il “nemico”. I Lavoratori non si sono tirati indietro e adesso, dopo questi lunghi mesi di pandemia e di battaglie durissime, devono essere sostenuti ed aiutati, non possiamo permetterci di scordarci di loro e soprattutto che passi come “normale” il loro impegno quotidiano”.

La richiesta quindi è di nuove assunzioni: “Questa situazione a lungo andare ha creato non pochi problemi, anche a livello psicofisico, ed è scontato, a nostro avviso, che sia necessaria ed urgente una ulteriore iniezione di personale, al fine di permettere a tutti gli operatori, di potere godere appieno dei recuperi e dei periodi di ferie, dobbiamo difenderne il diritto di goderne appieno, al fine che mai nessuno possa permettersi di metterne in discussione la loro fruizione”.

L’altra questione è che gli operatori sanitari “godono di uno degli stipendi più bassi d’Europa, inoltre a tale disagio dobbiamo sommare il fatto che il contratto è scaduto ormai da ben 3 anni. Si evidenzia quindi che viene chiesto molto ai lavoratori, ma di contro i lavoratori non vengono ripagati nella misura adeguata. Non siamo degli sprovveduti e ci rendiamo conto che quanto sopra non può essere imputato “tout court” alla direzione aziendale, sarebbe troppo facile, bensì riteniamo che tale situazione dovrà essere equamente suddivisa tra la parte politica che governa la Sanità regionale e nazionale, e i vertici aziendali che certo non sono esenti da pecche e devono fare un’attenta e precisa analisi del proprio operato sia a livello organizzativo che dell’impiego/sfruttamento delle risorse a loro disposizione, forse anche loro dovranno fare un MEA CULPA?”.

“Ci rivolgiamo quindi  – conclude la lettera – ad entrambi “gli attori in scena”, a quelli politici e a quelli aziendali per chiedere un intervento veloce, forte, deciso, e coraggioso, al fine di dare una risposta celere agli operatori della sanità, ai nostri “EROI”, ai quali dobbiamo dare tutti gli strumenti utili a fornire risposte sempre più qualificate alla cittadinanza, le risorse investite non saranno risorse sprecate, saranno bensì un investimento sul nostro futuro”.