Toscana
Sanità toscana, i punti critici dalle «liste» al pronto soccorso
«C’è ben poco da atteggiarsi a modello spiega Carrarresi : il sistema sanitario toscano presenta, insieme alle luci, anche alcune innegabili ombre, con la evidente persistenza anche di situazioni territoriali fortemente sperequate, che di fatto discriminano i cittadini per il solo fatto della diversa appartenza geografica». Al primo punto delle cose che non funzionano il capogruppo Udc mette le liste d’attesa. «Queste sottolinea sono il vero scandalo. I tempi di attesa per talune prestazioni specialistiche e ambulatoriali e per quelle diagnostiche sono talvolta di tale ampiezza da costringere molti pazienti, spesso purtroppo i meno abbienti, a ricorrere a prestazioni a pagamento in strutture private o al ricorso all’intramoenia».
In secondo luogo, la questione di un accesso razionale ai pronto soccorso, problema emerso anche durante l’estate. «Spesso continua Carraresi finiscono per risultare drammaticamente intasati a causa di accessi impropri o comunque trattabili in strutture più snelle e decentrate, se non addirittura perché considerati dai cittadini come il luogo dove recarsi perché non si ottengono risposte tempestive sul territorio. Il sistema di accesso, in generale, alle prestazioni di ricovero ospedaliero, è stabilito esclusivamente dall’organizzazione interna delle aziende o degli ospedali, senza la possibilità di garantire il rispetto del sacrosanto principio di libera scelta del luogo di ricovero e di cura».
Infine c’è la questione degli ospedali. «La politica di de-ospedalizzazione intrapresa sottolinea il capogruppo Udc è un problema: si sono chiusi diversi piccoli ospedali toscani, riducendo i posti letto, e si sta drasticamente, fin troppo, diminuendo la durata di occupazione dei posti letto e favorendo le dimissioni ospedaliere affrettate, senza però una contestuale attivazione di strutture alternative al ricovero ospedaliero, cosa che provoca pesanti ricadute sui servizi sociali e sulle stesse famiglie e rischia di accentuare sempre di più la inaccettabile separatezza fra sanità e assistenza sociale». Insomma, secondo Carraresi, gli ospedali «dimettono frettolosamente ed il territorio non accoglie tempestivamente». Infine la costruzione dei quattro nuovi ospedali di Massa, Lucca, Pistoia e Prato. «Questi progetti osserva stanno annaspando in mezzo a denunce alla procura, contenziosi amministrativi, polemiche sulla scelta delle aree su cui edificare, minacce di referendum popolari e, soprattutto, riserve generalizzate sulla loro effettiva necessità e sul loro dimensionamento».